Taglio della Guardia Medica: la protesta dei sindaci

In fase di approvazione dalla Regione il progetto di riorganizzazione del servizio. La vibrante protesta dei sindaci di Podenzana, Zeri e Tresana, con Mastrini che annuncia “siamo pronti alla mobilitazione”

Si sente da tempo preannunciare la riduzione della presenza delle figure di continuità assistenziale, meglio nota come Guardie Mediche, contro la quale è in corso una lunga resistenza dei territori e dei loro sindaci. Se sembra ormai in fase di approvazione il disegno della Regione, volto a riorganizzare il servizio con accorpamenti e soppressioni del servizio, sempre più insistente è la richiesta dei sindaci della Lunigiana di ripensare l’organizzazione in funzione delle caratteristiche geografiche e socio demografiche del territorio. Il primo a far sentire la sua voce è stato il sindaco di Tresana, Matteo Mastrini, “Secondo informazioni fornite dal dottor Franco Fontana, fra pochi giorni, Regione Toscana dovrebbe mettere mano al servizio di continuità assistenziale, meglio conosciuto come guardia medica. Non vorrei che, anche in questo caso, si parlasse di riorganizzazione: sempre più frequentemente questo termine viene utilizzato per nascondere veri e propri tagli alla sanità e al diritto alla salute. Secondo le informazioni in premessa dovrebbe restare disponibile per la guardia medica, fra le ore 20 e le 24, sia a domicilio, sia in ambulatorio, un solo medico. Dalle ore 24 alle 8 del mattino invece resterebbe fruibile solo un servizio telefonico”. Una possibile decisione che “risulterebbe ancora più devastante se applicata alle zone montane come la nostra. Per arrivare a Zeri, nel comune più periferico della Toscana, il 118 a causa della assenza della guardia medica, potrebbe impiegare per arrivare più di un’ora. Inoltre i medici della Continuità assistenziale, per raggiungere Zeri e qui fare servizio 4 ore, dovrebbero compiere comunque più di 100 km. Possiamo pensare che questi professionisti possano continuare a farlo con un taglio di ore (ben otto) e per un compenso netto di 50 euro?”. Un concetto condiviso dallo stesso primo cittadino zerasco Cristian Petacchi “Se consideriamo la presenza di numerose frazioni distanti fra loro e dagli ospedali e la prevalenza di persone di età anagrafica avanzata, avere o non avere la Guardia Medica in prossimità potrebbe volere dire salvare o non salvare una vita”. Secondo Petacchi “Ancora una volta ci troviamo a dover fare i conti con la proposta di un modello che si contraddice con i buoni propositi di salvaguardia e sostegno dei territori periferici e montani, di azioni contro lo spopolamento, tutela della biodiversità, presidio dei territori sventolati e propagandati ai vari livelli istituzionali, nel corso di tutti questi anni”. A queste riflessioni si aggiunge Marco Pinelli sindaco di Podenzana “parlare di razionalizzazione ed efficienza di gestione dei servizi, combattendo gli sprechi ed i disservizi ha sempre senso. Ma non accettiamo che la disponibilità di un medico per garantire un adeguato servizio di assistenza di continuità assistenziale possa essere considerato come tale. L’efficienza di questo servizio non può essere misurato solo ed esclusivamente sul numero di chiamate settimanali, sul numero di abitanti residenti, o su parametri simili”. E il sindaco Mastrini conclude sottolineando che se si dovesse andare avanti con questa proposta i sindaci della Lunigiana sarebbero pronti alla mobilitazione “Chi, in Regione, si dovesse assumere la responsabilità di deliberare il taglio della continuità assistenziale è consapevole che, di conseguenza, scaricherebbe il peso della mancanza del servizio su 118 e pronto soccorso? Ma il pronto soccorso non doveva essere protetto dal sovraffollamento e dagli inutili accessi? E il 118 non è un servizio d’urgenza da utilizzare solo in caso di stretto bisogno? Ecco, allora, ci dicano chiaramente dove ci vogliono portare e se ha ancora senso parlare di diritto alla salute e di sanità pubblica. Intanto – conclude – noi ci prepariamo alla mobilitazione”. (r.s.)

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