Significativa partecipazione al Convegno di Studi sul Beato Angelo Paoli
Nel complesso del Convento fivizzanese di Cerignano si è svolto il convegno nazionale di Studi promosso dall’Archivio Generale e dalla Postulazione Generale dei Carmelitani di Roma per presentare nuovi aspetti del Beato Angelo Paoli, nell’identificare nuovi scritti e testimonianze quali reliquie spirituali da affiancare alle numerose reliquie corporali che si possono venerare nella Basilica di San Martino ai Monti in Roma. Il presidente del Comitato Beato Angelo Paoli, Gianpiero Berti, ha presentato i relatori e gli ospiti, ringraziando il Vescovo fra’ Mario Vaccari, le autorità e i numerosissimi devoti presenti. Ha voluto volgere un ricordo al fondatore e promotore del Comitato, Domenico Salvatori, assente per motivi di salute. Ha menzionato Antonio Ricci presente e Direttore del settimanale diocesano “Il Corriere Apuano”, sempre attento a quanto riguardi accadimenti legati al Beato.
Hanno portato il loro saluto il vicesindaco di Fivizzano, Giovanni Junior Poleschi, e il sindaco di Casola, Riccardo Ballerini. Il convegno, moderato da Giovanna Brizi, di Roma, postulatrice nel processo di canonizzazione del Beato, ha visto il vescovo fra’ Mario esprimere ammirazione per l’iniziativa, interessato a meglio conoscere vita, opere, esempio del Beato. Francesco Jacomelli, presidente della Venerabile Confraternita del Gonfalone e della Misericordia di Fivizzano, ha introdotto il convegno contestualizzando storia e ambiente della struttura del Convento ospitante, ora struttura ricettiva della famiglia Adreani, nel quale il Beato ha trascorso momenti importanti della formazione della vita spirituale e religiosa quale il noviziato. L’archivista delle cause dei santi presso il Vaticano, la professoressa Simona Durante, ha svolto una dettagliata relazione ripercorrendo le tappe salienti della vita del Beato e soffermandosi su documenti scritti, a dire il vero non molti, da considerare vere reliquie per comprendere lo spirito e la visione di vita del Carmelitano Angiolo.
La platea ha potuto ascoltare la lettura di un passo riguardante la sua totale dedizione a Dio, spogliandosi di tutti i beni, rinnovando il voto di povertà affermando di “non aver di mio che il peccato”. Ammonisce, chi a lui si rivolge, a curare in primo luogo i mali dello spirito per condividere la vita con Gesù, piuttosto che badare a curare i mali e le sofferenze del corpo. La coordinatrice ha poi letto uno studio del ricercatore fra’ Matteo Antollini volto a “far parlare le carte, che sono documenti palpitanti” tanto da render presente il Beato. Durante la sua vita è stato un punto di attrazione sia per i poveri che per i benestanti con lunghi elenchi di persone che a lui si sono rivolte, fino a culminare in una processione continua attorno al suo corpo al momento del passaggio dalla vita terrena a quella celeste, per ottenere la sua benedizione.
La relazione di p. Giovanni Grosso carmelitano, vicepresidente della associazione docenti di storia della Chiesa, si è dilungata sulla presenza del Beato a Roma dal suo arrivo nel 1687, sottolineando come al suo ingresso abbia incontrato un lebbroso che volle abbracciare in senso di fraternità. Roma a quel tempo contava circa 130.000 abitanti e si delimitava a quella che oggi viene considerata la città storica, ma con ampi spazi volti alla coltivazione e alla pastorizia. Sovrana era la povertà tra la gente comune conducente una vita grama in catapecchie accanto alla magnificenza di palazzi e del diverso tenore di vita di nobili e cardinali o gerarchie ecclesiastiche. Le strade erano movimentate da accattoni, borsaioli, vagabondi, ubriaconi, prostitute e in periferia e lungo le vie consolari anche da banditi, con i tanti pellegrini che spesso si aggiungevano ad aumentare la stessa indigenza dei residenti.
Pestilenze ed inondazioni cicliche rendevano ancora più precaria la vita in città. In questo contesto si erge ancor più esemplare la figura del Beato, che oltre ad accudire gli affamati, assistere le anime supplicanti, frequentava gli ospedali per portare conforto, fino ad intuire la necessità di creare un luogo specifico nel quale accogliere le persone dopo la loro degenza, chiamato convalescenziario, allo scopo di accompagnare l’ammalato dismesso dall’ospedale ad una vita normale. Il Beato viene ad esser un mediatore tra le persone benestanti e quelle ai margini della società allo scopo di avvicinare le une e le altre a Gesù Cristo.
Per chi desiderasse conoscere e approfondire la vita e le opere del Beato Paoli vi sono disposizione degli ebook, che si possono scaricare in modo gratuito: “Padre Angiolo Paoli, carmelitano apostolo dei poveri e dei malati”, di Stefano Possanzini (Regione Toscana); “Della Vita, Virtù e Doni Sopranaturali del Venerabile Servo di Dio P. Angelo Paoli…” di Pietro Tommaso Cacciari.
Nel corso del convegno è stato ricordato che sabato 12 novembre a Roma è in programma un convegno di studio sul Beato che si svolgerà nell’arco dell’intera giornata; chi desiderasse prendervi parte, per la trasferta si può rivolgere ai seguenti recapiti: 3386738632 – 3495658281.
Corrado Leoni