La Veglia per le Vocazioni: “Maria si alzò e andò in fretta”

Nella chiesa di San Pio X a Massa è stato conferito il Lettorato a Giorgio Lazzarotti. Raffaele Moscatelli ammesso tra i candidati al Diaconato

Tre giovani, tre storie, una sola parola ad unirli: ‘chiamata’. In questo modo si può riassumere la Veglia per le vocazioni, che si è svolta nella serata di venerdì 4 novembre nella parrocchia di San Pio X a Massa, preceduta dall’Adorazione Eucaristica tenutasi nel pomeriggio per festeggiare San Carlo Borromeo (patrono del Seminario di Massa). Durante la celebrazione, presieduta dal vescovo fra’ Mario Vaccari, è stato conferito il Ministero del Lettorato al seminarista Giorgio Lazzarotti e Raffaele Moscatelli è stato ufficialmente ammesso tra i candidati al Diaconato e al Presbiterato.
“Maria si alzò e andò in fretta”, un passo tratto dal celebre brano della “Visitazione” (Lc 1,35), scelto quale titolo per la Veglia non solo per il suo chiaro significato vocazionale ma anche perché è il tema del “Messaggio” inviato da Papa Francesco ai giovani per la 37.ma Giornata Mondiale della Gioventù che si terrà a Lisbona dall’1 al 6 agosto. Nel corso della serata, animata dai canti del coro interparrocchiale diocesano, hanno preso la parola i due giovani in cammino verso il sacerdozio.

Giorgio Lazzarotti e Raffaele Moscatelli durante la celebrazione in San Pio X a Massa

Giorgio, commentando il brano degli Atti degli Apostoli (1 Cor 12, 12-20), ha sottolineato come esso sia fortemente legato alla storia della sua vocazione. “Se sono qui stasera è perché cinque anni fa questo brano di Paolo mi ha parlato” ha detto, spiegando quali fossero le inquietudini che lo animavano. “Dopo mesi, quelle parole mi hanno fatto vedere una risposta per la quale era necessario un po’ di coraggio per partire e un po’ di luce per vederci chiaro. Il confronto con la scrittura, negli anni, mi ha donato entrambe le cose”.
Raffaele, giovane marchigiano, da quattro anni vive nella comunità “Opus Mariae Matris Ecclesiae” di Filetto e svolge servizio pastorale nell’Unità pastorale di Mulazzo. “Vorrei cogliere questa occasione – ha esordito – per rendere grazie al Signore; soprattutto per questo momento, che ho scoperto vero momento di grazia. Se essere ammesso agli ordini poteva significare un semplice momento di passaggio o una presentazione alla diocesi, vivendolo ho scoperto che è molto di più: è incontrare il Signore che mi dice ancora una volta: ‘Vieni e seguimi’”.
Una terza storia di vocazione è stata presentata da Andrea Massa, un ragazzo della diocesi che, durante la scorsa estate, ha svolto una missione in Angola. La sua testimonianza ha permesso di gettare uno sguardo più ampio sull’ambito della “vocazione”, che non comprende soltanto la vita consacrata. “Ho prestato servizio presso una comunità di orfani nella città di Mbanza Congo – ha spiegato Andrea – L’esperienza che ho vissuto in Africa mi ha fatto comprendere cosa vuol dire ‘alzarsi e andare in fretta’ perché ho dovuto superare molti ostacoli (linguistici, sociali, culturali) pur di non perdere nessuna occasione di conoscenza e di servizio. Tutto ciò che qui da noi è scontato, là è un dono speciale: ho dunque riscoperto il valore delle cose”.
Nell’omelia il vescovo fra’ Mario ha espresso la sua grande gioia nel vedere due giovani che si avviano al sacerdozio e la comunità cristiana che si stringe festosa attorno a loro. Ha poi insistito sulla differenza tra “Ministero ordinato” e “Ministero istituito”.
“Il grado del Lettorato, che ha ricevuto Giorgio, è a disposizione di tutti i credenti – ha spiegato mons. Vaccari – poiché tutti i battezzati hanno ricevuto il ministero del sacerdozio comune. Cosa diversa è, invece, il sacerdozio ordinato, che si può conseguire solo al termine del percorso di formazione in seminario e ha come suo significato quello di essere ‘al servizio’ del sacerdozio comune”. La differenza tra ministeri ordinati e ministeri istituiti è importante e deve essere nota ai fedeli poiché, ha spiegato mons. Vaccari, “sta nascendo una nuova dimensione della Chiesa: la dimensione dei ministeri ai laici”, che sono dunque chiamati a contribuire attivamente alla costruzione delle proprie comunità.

Irene Bertelloni