Una nuova svolta nella guerra in Ucraina
Effetti di bombardamenti su Mariupol

Oltre alla sorpresa, l’arretramento dell’esercito russo, avvenuto in maniera precipitosa, da zone dell’Ucraina la cui conquista era costata mesi di scontri sanguinosi, desta anche qualche preoccupazione, secondo la teoria per la quale un nemico umiliato e ridotto alla disperazione può diventare ancora più pericoloso. È bene, infatti, non dimenticare che sulle reazioni insensate di Putin aleggia sempre lo spettro delle armi tattiche nucleari.
Di fatto, i russi sono cascati nella trappola tesa dalla disinformazione ucraina, secondo la quale ci sarebbe stato un intenso attacco nel sud del Paese, spostando il grosso delle truppe in quella zona ed indebolendo le difese a nord. Una volta che le truppe russe si sono riposizionate, l’Ucraina ha lanciato l’offensiva partendo da Kharkiv verso Izium, con l’obiettivo di interrompere la principale via di rifornimento per le truppe russe nel Donetsk.
Un obiettivo raggiunto con una velocità di avanzata impensabile. La battaglia si è poi spostata attorno all’aeroporto di Donetsk, con la prospettiva della riconquista di Severodonetsk, persa all’inizio dell’estate. Una nuova offensiva potrebbe poi partire da Zaporizhia, per puntare su Mariupol, tagliando in due i territori occupati da Mosca ed intrappolare le truppe russe nella sacca di Kherson. L’obiettivo finale di Zelensky potrebbe essere addirittura la messa in discussione del controllo della Crimea. Alcuni esperti, tuttavia, ritengono troppo rinunciatario l’atteggiamento delle truppe russe, sia pure ammettendo che siano esauste, senza possibilità di essere rimpiazzate e con il morale a terra, come dimostrato dai tanti episodi di diserzione.
Desta preoccupazione anche la fuga della popolazione e dei dirigenti dal Donbass, ritenuta anch’essa priva di ragioni evidenti. A questo punto riesce difficile elaborare ipotesi sull’andamento del conflitto nelle prossime settimane e mesi.
Dopo l’incontro a Samarcanda con Xi Jinping – il primo tra i due dirigenti dopo l’avvio dell’offensiva di Mosca del 24 febbraio – Putin ha espresso il suo ringraziamento per la “posizione equilibrata” del presidente cinese sull’Ucraina. Osservatori esterni hanno però messo in evidenza una certa presa di distanza da parte del leader di Pechino, che non si sarebbe impegnato in un sostegno significativo nei confronti di Mosca. Nel corso di un colloquio col primo ministro indiano, Narendra Modi, Putin ha anche dichiarato che “tutti vogliamo che il conflitto in Ucraina finisca il più presto possibile”, ma aggiungendo che la Russia “non ha fretta” e i suoi obiettivi principali in Ucraina “restano invariati e verranno raggiunti”.
Intanto, dalle zone riconquistate dagli ucraini emergono notizie di stragi e di torture che i russi avrebbero effettuato nel periodo di occupazione. Nuovi cimiteri e fosse comuni vengono ritrovate. In particolare, nel dipartimento di polizia di Izyum, trasformato dall’esercito russo in quartier generale, secondo fonti della polizia regionale, è stata trovata una stanza delle torture. In altri locali sarebbero state rinvenute liste con elenchi di detenuti e diversi strumenti di tortura. I detenuti sarebbero stati tenuti segregati in celle buie per diverse settimane o mesi.