Quasi al termine la riasfaltatura completa della strada del Lagastrello

Con il ritorno di Anas ritorna in condizioni efficienti la strada verso l’Emilia, simbolo delle ricaduta negative sulle comunità locali di scelte politiche incoerenti e prive di visione.

Un tratto della Statale del Lagastrello
Un tratto della Statale del Lagastrello

Stanno volgendo al termine i lavori di ripavimentazione della Statale 665 “Massese”, la strada che conduce dal Masero di Terrarossa al Passo del Lagastrello. È di questi giorni l’ordinanza del comparto Anas di Firenze, ente proprietario della strada, che istituisce il senso unico alternato per consentire i lavori di asfaltatura nei 5 km terminali dell’arteria, ultimo atto del cantiere che dal confine con le province di Parma e Reggio si è progressivamente spostato a valle. Chi nel corso dell’estate ha avuto modo di percorrere la via che conduce al crinale appenninico e alla Val d’Enza ha potuto godere delle nuove condizioni del fondo stradale, prima scarificato, poi ripavimentato con due strati di bitume, infine dotato della nuova segnaletica orizzontale: una pavimentazione nuova che non solo conferisce alla strada e al paesaggio in cui è immersa un’idea di ordine e cura, ma che garantisce anche maggiori condizioni di sicurezza per i veicoli che vi transitano, a partire da quelli a due ruote, maggiormente sottoposti al pericolo derivante da buche e avvallamenti. Le profonde rotture nell’asfalto, gli smottamenti e i rovi che invadevano la carreggiata e che evidenziammo su queste colonne alcune estati fa sono al momento un brutto ricordo (tranne un piccolo segmento di strada smottata in prossimità dei ruderi di Linari), come sta per esserlo il manto stradale della parte più trafficata della strada, quello da Monti a Masero, per lunghi tratti alla stregua di una via di campagna.

A beneficiarne saranno non solo gli abitanti della Valle del Taverone, ma anche gli amanti dell’escursionismo sulle creste e in riva ai laghi del Parco Nazionale dell’Appennino in cui la strada è inserita e gli appassionati di turismo lento e outdoor, oltre che gli imprenditori della ricettività di questo pezzo di Lunigiana, alcuni dei quali negli ultimi hanno fatto importanti investimenti e attività di promozione per intercettare questi segmenti della domanda turistica. L’intervento sulla strada del Lagastrello impone però una riflessione politica sulla gestione della rete stradale. Già strada statale dal 1989, la “Massese” tornò ad essere a gestione provinciale dal 2001. In Lunigiana, con lo stesso provvedimento, passarono dalla gestione Anas a quella della Provincia di Massa Carrara anche la Statale 330 “Buonviaggio” dalla stazione di Caprigliola al confine regionale tra Albiano e Ceparana e la 445 della Garfagnana, che da Gassano conduce al Passo di Carpinelli per poi scendere in territorio lucchese. La logica federalista che guidò queste scelte, in coerenza con la tesi secondo la quale un ente locale può prendersi cura di un bene pubblico meglio di un ente “lontano” dal territorio, si è tuttavia scontrato con la realtà: quella di un ente – la Provincia – da più parti criticato, anche negli anni di piena operatività, per una gestione delle strade e delle frane visibilmente meno efficiente di quella delle vicine province emiliane, a cui si sono sommati prima i tagli selvaggi dei trasferimenti agli enti locali e poi l’assurda campagna per la soppressione delle province, pochi anni dopo aver affidato loro tratti significativi di viabilità: un obiettivo, quello della soppressione, perseguito togliendo alle province italiane personale e le rimanenti risorse economiche. Il crollo degli investimenti ordinari e straordinari nella manutenzione delle strade provinciali in quegli anni è sotto gli occhi di tutti, anche senza considerare casi eclatanti, come il crollo del ponte di Albiano, rispetto al quale sarà la magistratura ad accertare le responsabilità. È in questo contesto che nel 2018, senza troppi clamori, Anas è rientrata in possesso in molte regioni italiane, di strade di sua pertinenza prima del 2001. In Lunigiana è proprio il caso del Lagastrello e della statale di Buonviaggio, la cui totale riasfaltatura risale al 2020. Se non è il caso di tessere le lodi di Anas, che più volte ha mostrato limiti e scelte gestionali incomprensibili nella gestione delle emergenze sulle due arterie lunigianesi di sua competenza (la statale della Cisa e quella del Cerreto), la vicenda del Lagastrello mostra come scelte politiche incoerenti e prive di visione abbiano ricadute negative sulle comunità locali, soprattutto quelle più fragili e bisognose di attenzioni delle aree interne.

(Davide Tondani)

La situazione delle altre opere in corso per quanto concerne la viabilità lunigianese

Ancora lontani gli interventi al semaforo di Fornoli

Non solo la “Massese”: sono diverse le strade lunigianesi su cui in questo periodo insistono cantieri o per le quali si attende l’inizio di lavori di sistemazione. Per quanto riguarda la gestione Anas, sono in corso da alcuni giorni e fino al 14 ottobre lavori di ripavimentazione anche nel tratto montano della Statale della Cisa, all’incirca dalla località Badalucco fino quasi alla località Righedo. Interventi di potenziamento sono in opera anche nel tratto della strada dal Passo a Berceto, in territorio parmense. Nulla di fatto invece per quanto riguarda il senso unico alternato, regolato da semaforo, che da oltre un anno interessa la Cisa all’altezza dell’abitato di Fornoli. La situazione permarrà almeno fino al 31 dicembre “considerato – così si legge nell’ordinanza emessa dall’Anas di Firenze – il tempo necessario per la validazione della progettazione esecutiva e conseguentemente di avvio dei relativi lavori”: insomma, i disagi sull’arteria di fondovalle della Lunigiana dureranno ancora a lungo. A Comano, invece, sarà il Comune a terminare i lavori di risanamento e ristrutturazione della “direttissima”, ossia la strada provinciale 75 che congiunge Comano al Lagastrello risalendo il versante sud di Monte Giogo. La strada, interessata da un’ampia frana dal gennaio 2021, ha visto terminato il risanamento del versante franoso ed ora l’ente municipale, in convenzione con la Provincia di Massa Carrara, che mette a disposizione un finanziamento di 150 mila euro, ultimerà l’intervento, consistente nei lavori di riasfaltatura. Infine, anche se l’intervento non ha ripercussioni sulla viabilità, è da segnalare il completamento dei lavori di asportazione dei ruderi del ponte di Albiano crollato l’8 aprile 2020. I mezzi nel greto del Magra hanno definitivamente ripristinato l’area fluviale, interessata ad un lungo sequestro giudiziario necessario per le indagini della Procura di Massa. Dove per 112 anni ha insistito il ponte che univa Caprigliola ad Albiano fanno mostra di se soltanto le vecchie spalline in pietra sull’argine e il semidimenticato monumento ad Anacarsi Nardi posto nel 1948 dall’amministrazione provinciale, che al patriota liccianese volle intitolare l’infrastruttura ricostruita dopo la guerra. (d.t.)