
La riflessione del Vescovo Mario Vaccari nella prima celebrazione del triduo di preparazione alla festa del 2 luglio


Questo brano dalla lettera ai Galati di San Paolo, in due versetti, riesce a sintetizzare tantissimi contenuti teologici, storici, che riguardano la vicenda di Gesù e di Maria. Ma tutti i salmi che abbiamo cantato cercano di mettere insieme… avete visto: le antifone sono del Nuovo Testamento, tratte dal Vangelo di Luca – annunciazione, visita a Elisabetta – ma sono intrecciate con salmi dell’Antico Testamento. Questo riferimento che Paolo fa al Figlio che viene alla luce, che viene nel mondo, nato da donna, è un riferimento a Maria.
Può sembrare un modo non delicato di nominare Maria e la sua importanza nella storia della salvezza ma questo termine “donna” rimanda invece a tutta una storia che è quella del popolo di Israele e rimanda all’importanza che in quella storia hanno avuto alcune donne. Nonostante una società patriarcale, tuttavia la Bibbia non esita a raccontarci, diverse volte, la storia di donne forti, di donne che con la loro obbedienza, anche pagane, che non godevano di una fama, che alle volte avevano preso strade non secondo la legge del Signore, tuttavia, attraverso l’intervento di quelle donne la storia della salvezza può fare un passo avanti. Quindi, questo “donna” significa appunto che Maria porta a compimento la storia del popolo di Israele, ma è la vergine figlia di Sion e quindi porta a compimento anche la storia di tutte queste donne forti, coraggiose, che hanno contribuito a fare andare avanti il filo rosso della storia della salvezza. Nello stesso tempo porta anche a compimento il discorso della legge, quindi di Israele, il popolo liberato dall’Egitto, a cui Mosè sul Sinai ha trasmesso la legge che lui stesso aveva ricevuto da Dio. Una legge che non è semplicemente un’osservanza esterna di comandamenti difficili e duri per noi ma è un dono che è seguito alla liberazione dall’Egitto. E, come dice Paolo nel capitolo successivo a questo della Lettera ai Galati, “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi”.


Questo avviene anche nella legge antica: quando Mosè dà la legge al suo popolo, nello stesso tempo gli fa capire che la legge nasce da un dono, da un dono di liberazione, quindi non è un giogo che opprime ma sono strade di libertà e attraverso proprio l’esempio di Maria questo avviene. Tipicamente femminile è il suo intervento nella storia, quindi lei è la vergine figlia di Sion ma non ha niente di eroico perché lei è una giovane ragazza nella casa di Nazaret. Però, dopo l’annunciazione, dopo la visita a Elisabetta, riesce a pronunciare questa preghiera di lode che rende grande Dio e lei piccola e ripercorre la storia di Israele. Ma non solo: la vede proiettata in avanti questa storia perché lei, da quella piccola casa di Nazaret entra nei giochi della storia, tra i potenti, i deboli, gli affamati, gli oppressi e coloro che invece sono sazi. E vede questa storia della salvezza rivolgersi dalla parte dei più poveri perché Dio ha cura di loro.

Questo “nato da donna”, quindi, ha questo significato profondo: Maria porta a compimento – certo, accogliendo il saluto dell’angelo – e permette che lo Spirito Santo faccia di lei il tempio santo di Dio e lì può nascere il Figlio, può formarsi la carne del Figlio, proprio nel suo grembo. Quindi: Figlio dell’uomo e Figlio di Dio. E lei donna, vergine di Israele, figlia di Sion diventa la madre di Gesù, la madre del Salvatore, la madre del Messia, la Madre di Dio.
Paolo coglie questo cambiamento che poi Gesù porterà perché riscatterà, come dice Paolo, “coloro che erano sotto la legge” perché li riscatta da una interpretazione della legge come tante volte abbiamo noi: qualcosa di imposto, qualcosa che bisogna osservare, a cui sacrificare tutta la nostra vita piuttosto che disobbedire. Invece, Gesù ci riscatta dall’osservanza di questa legge: ci libera dal peccato perché noi siamo liberi di servire la legge.
Maria, dentro a questo riscatto che Gesù compie, ha una funzione importantissima proprio perché porta al Figlio tutta la tradizione di Israele e, naturalmente, la interpreta alla maniera di una donna: meditando le cose nel suo seno, interiorizzando gli eventi e accostandoli a quella Parola che lei conosceva bene perché esperta della storia di Israele, quindi sa che Dio può operare cose grandi qualora la sua azione venga accolta nella fede.