La speranza era che, dopo la cocciutaggine di maggio, uno dei più caldi e più asciutti, con giugno sarebbero riprese le piogge. Non si sa ancora che intenzioni abbia, ma, se rottura ci sarà, avverrà dal 21 giugno in poi. Ci si riferisce al persistente andazzo caldo e siccitoso di questa prima metà del mese che apre le danze estive: qualche temporale sparso, che pure non è mancato nel la Penisola, non può davvero risolvere lo stato di generale carenza di precipitazioni.
A chi si ostina a dire che queste situazioni hanno dei precedenti, si può rispondere che se si manifestavano anche secoli fa, era un pianeta Terra meno caldo, meno abitato e assi meno vorace nei consumi, sia di acqua che di ogni altra risorsa. Gli avvisi che, da decenni, giungono dalla comunità scientifica senza sosta restano inascoltati, mentre continua lo scellerato ‘esercizio della guerra’.
Il classico commento ‘chi vivrà, vedrà’ ha un sapore sempre più amaro e cinico. per quel che riguarda la contingenza locale, passati anche i temporali di martedì 7 (aree montane e interne in generale) e quelli del’8, più produttivi, ma circoscritti a poche zone, sia marine che montane con salto quasi completo delle vallate interne, il 9 ha visto una nuvolosità variabile con deboli piovaschi e aria più fresca, ben mossa da vento di tramontana.
Sorprendente e repentino è stato il formarsi del temporale in mare, tra La Spezia e la costa apuana, e il suo spostamento sull’intero territorio carrarese, dalla Marina alla città. Forti rovesci hanno interessato, intorno alle 20, la costa, poi Avenza, Carrara città e, in parte, i paesi a monte. Lo spostamento del temporale verso est ha poi coinvolto pure il Comune di Massa e qualche tratto delle Alpi Apuane, sia nel versante lunigianese (Vinca, Equi) che in quello garfagnino. Risultato dell’evento, dai 50 ai 60 mm nella striscia ‘beneficata’, ai 20-30 nelle aree adiacenti nel raggio di 10-15 km al centro di scroscio, fino ai pochi mm o nulla altrove.
Verso le 23 un altro temporale, giunto da Nord, ha interessato il crinale appenninico: purtroppo, si è esaurito nel cuore della notte dopo aver recato qualche discreto apporto solo fra Lagastrello, Comano e Passo del Cerreto. Le magnifiche giornate di venerdì 10 e sabato 11, estremamente limpida la prima, ma dalla vista nitida pure la prefestiva, si sarebbero godute ancora di più se la dose di pioggia fosse stata più equa e diffusa.
La tramontana, soffiando asciutta e costante, ha dato sollievo con aria strepitosa agli umani, ma il mondo verde non ne è rimasto troppo entusiasta, necessitando subito di ulteriori annaffiature. Terminata la fase di ricambio atmosferico, è ripartita la rimonta di anticicloni caldi e invadenti dovuta alla deprecata ‘falla barica’ che, negli ultimi anni, si presenta spesso nei pressi della Penisola Iberica determinando quanto detto sull’Italia. A fronte di notti ancora fresche, i pomeriggi sono tornati a farsi torridi come non era affatto comune vedere, per più giorni di seguito e già nel mese di giugno, fino a 20-25 anni fa.
a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni