Tagli alla spesa in qualità e in quantità

Ci sono i mille prodotti nuovi lanciati in una nota fiera agroalimentare di Parma. Ci sono gli oltre 100mila posti di lavoro stabilizzati in più registrati di recente. C’è la continua crescita dei risparmi – cioè della liquidità in banca – degli italiani. Buone notizie, eppure qualcosa non va per chi vive nelle pieghe più nascoste e strette di questo strano momento. Non sono solo le Caritas e le altre associazioni caritatevoli a segnalare un continuo crescere delle richieste di aiuto.
Non è un caso che il Governo abbia deciso di regalare 200 euro ai possessori di redditi medio-bassi. I dati delle ricerche sulla composizione del nostro carrello della spesa segnalano un dato chiaro e inequivocabile: acquistiamo sempre di più prodotti a basso costo. Da una parte c’è un boom di acquisti di prodotti a minore costo unitario (pasta soprattutto, più 20% in un anno; quindi riso, pane, legumi in scatola); dall’altra, si rimodella la composizione della nostra borsa della spesa.
Soffrono i prodotti più costosi (crolla il pesce fresco, quindi prosciutto crudo e bresaola, formaggi) a vantaggio di salame e mortadella, carne in scatola, carne di pollo e suino… Insomma si compra quel che ci si può permettere. Sembra che la soluzione scelta dalla maggior parte delle famiglie sia di concentrare gli acquisti su prodotti e servizi indispensabili, eliminando quelli considerati un di più. Una scelta che, in caso di necessità, verrà intrapresa dal 45% delle persone: quasi uno su due è pronto a rinunciare a ciò che non è essenziale. Un italiano su cinque prevede poi di ridurre le quantità acquistate senza però rinunciare alla qualità dei prodotti e dei servizi scelti. L’11% dovrà invece effettuare un doppio “taglio” al carrello della spesa, quindi sia in termini di quantità che di qualità.
Segnale inequivocabile che per alcuni milioni di italiani la situazione economica sta peggiorando. E gli indiziati sono quelli di cui meno si parla in generale: i pensionati, oltre 9 su 10 saranno destinatari del bonus governativo. Redditi fissi (e spesso bassi) che hanno dovuto affrontare lo tsunami del rincaro dell’energia. Al raddoppio delle bollette elettriche e del metano hanno fatto fronte tirando la cinghia in ogni modo.
Molte multiutilities energetiche hanno approntato piano di rateizzazione, di diluizione dei pagamenti; alcune amministrazioni locali sono intervenute a sostegno delle fasce più bisognose proprio nelle bollette (si veda l’esempio virtuoso del Comune di Treviso); sta crescendo il fenomeno della vendita della nuda proprietà delle abitazioni, un modo per conservare un tetto avendo a disposizione la liquidità che serve ad affrontare una vecchiaia con meno problemi. Insomma ci si adatta. Prova ne è il boom di vacanze prenotate in Italia e nelle località vicine. Sacrificare le ferie no, ma anche quelle devono essere low cost.
Il minaccioso autunno ci sta aspettando.

N.S. – Agensir