La scorsa settimana, doppiata la metà del mese, avevano chiuso con la promessa di verificare il comportamento della seconda decade di maggio. Le prodezze termiche di questo mese, infatti, hanno dato materia a tv, giornali, internet, social ecc e se ne sono lette e viste di ogni sorta. Ora che i dati sono tutti disponibili, si può attestare che, in media, la decade centrale (giorni dall’11 al 20) del maggio 2022 ha fatto registrare un livello termico di circa 2,5°C superiore alla norma piazzandosi al secondo posto, ma ben distaccata (2°C in meno), dall’eccezionale primato decadico medio dell’11-20 maggio 1945.
I vari casi che finora avevano detenuto la piazza d’onore delle metà maggio più calde (2000, 1986, 1992 e 1998) sono passati in terza posizione. Il culmine della precoce ondata di caldo, diverso a seconda di latitudine, versante, regione italiana o nazione europea, si è avuto in Lunigiana mercoledì 18 e giovedì 19: profetizzando correttamente, si era intuito che, a seconda delle giravolte del vento, i picchi di temperatura massima nelle giornate assolate e asciutte si sarebbero distribuiti un po’ dappertutto.
Per la nostra vallata, ciò è avvenuto a metà della settimana scorsa al ruotare delle correnti da occidentali a orientali con alterazione, indebolimento e irregolarità del regime di brezza. I primi 30°C della stagione, con precocità, sono stati sfiorati a Pontremoli-Verdeno (29,8°C) e superati a Villafranca-Ghiaione (30,4°C): valori che, arrotondati all’unità intera, appaiono entrambi pari a 30°C in tabella. Nei pomeriggi più caldi, tuttavia, non sono mancati annuvolamenti imponenti sui monti, tanto che, proprio il 18, angoli di cielo si sono oscurati e verso Zeri si è udito pure qualche tuono.
A dir poco magnifica, invece, la giornata di venerdì 20, limpida, priva di nubi eccetto qualche tenua comparsa di serici cirri, vivacizzata da una brezza di valle pimpante e che ha reso l’atmosfera di nuovo più gradevole. Il lieve calo termico avviatosi il 20 è proseguito sabato 21 e domenica 22, distintisi però, specie il 22, per l’aumento delle velature e di una certa nuvolaglia, nonché della foschia insieme all’umidità. La ventilazione di provenienza marina, nelle ore centrali e pomeridiane, ha comunque tenuto a bada le prime condizioni caldo-umide dell’anno. Anche di lunedì 23, nel complesso, non si può non lodare il quadro meteo: la piacevole ventilazione, il tempo buono, la frescura mattutina e serale, il caldo asciutto diurno. Non fosse altro per la necessità che ormai venga a piovere, e in modo serio, dalle Alpi alle pianure e dai litorali agli Appennini.
Una spia di cambiamento, martedì 24, l’ha data la copertura nuvolosa, persistita nelle ore pomeridiane anche se non si è andati oltre qualche cenno di pioviggine e di gocciolate. Abbastanza insolito ritrovarsi a fine primavera a reclamare piogge, rovesci e temporali, quando facilmente, a questo punto della stagione, il più delle volte ormai stanchi di tempo brutto o mediocre, si desidera soltanto che il meteo vada verso una maggiore stabilità. Si spera di non andare incontro ad un 2003 bis…
a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni