Odessa città ucraina bella e allegra che vive giorni di paura e distruzione
Il Teatro Nazionale di Odessa

Odessa è il gioiello turistico dell’Ucraina, centro termale di antica frequentazione, il più grande porto commerciale dello Stato ucraino e un grande centro industriale e strategico e per questo vi entrarono i nazisti nel 1941 e da Odessa partiva la linea del fronte che da Sebastopoli proseguendo per il bacino del Donez e Mosca arrivava a Leningrado. Di nuovo soffia aria di guerra sulla bella, canora, raffinata città perla ucraina sul mare. Ogni giorno da quando è cominciata la feroce aggressione russa la città è presente nei servizi dei giornalisti.

La Scalinata Pot’omkin, progettata nel 1815 dall’architetto italiano Francesco Boffo

La sua posizione molto importante è quella di sempre di stare sul mar Nero chiave d’accesso al Mediterraneo e ben collegata all’altra metropoli Leopoli nella valle del Dnister. Odessa sta sotto tiro della flotta navale russa ancorata a Sebastopoli sulla punta sud della Crimea annessa nel 2014. Nei progetti dell’ambiguo presidente russo la percezione dominante è che egli voglia almeno conquistare Odessa per rendere tutta russa la bretella in continuità con la costa settentrionale con Mariupol, città martire sul mar d’Azov che resiste ai deliberati massacri, fino a tutto il bacino minerario del Donbass nell’ampia valle del Donez. Odessa però è celebrata per le opere di pace. Da secoli è un grande luogo di cultura, di arte, ha origine antica, testimoniata dal sito periferico archeologico di Olbia e Tyras fondate dai coloni di Mileto tra VIII e VII sec. a.C. Ma l’attuale Odessa fu fondata da Caterina II e come San Pietroburgo ha archittettura italiana, capolavori italiani nei suoi numerosi musei, tra i quali il museo Pushkin, che raccoglie testimonianze del grande poeta che visse in esilio a Odessa; magnifici sono i palazzi e bellissime le molte chiese ortodosse. Città elegante, con giardini e parchi, viali alberati, teatri, spiagge molto frequentate con divertimenti e tanta musica. Il fiammeggiante tramonto di Odessa ispirò nel 1898 Giovanni Capurro per la canzone più amata nel mondo “O sole mio” e qui Eduardo di Capua ne compose la musica.
Anche chi non ha visitato la multietnica Odessa ha negli occhi la Scalinata Potëmkin nel film del regista russo Sergei Eisenstein, che ricostruisce la repressione nel 1905 della rivolta degli operai appoggiati dai marinai della corazzata, denominata dal generale più importante di Caterina II che aveva represso la rivolta dei cosacchi e dei servi della gleba. Nel film i soldati dello zar incombono sugli scalini e inesorabili travolgono una mamma con la sua creatura in carrozzella.

(m.l.s.)