Gli effetti della guerra rischiano di vanificare i risultati dell’anno precedente
Bene il 2021, denso di incognite il 2022. Il comparto agroalimentare fa segnare agli analisti una sintesi di questo genere. A delineare la situazione è stato il Report Agrimercati pubblicato da Ismea (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare). E non potrebbe che essere così: dopo due anni in salita a causa del Covid-19, la filiera che porta gli alimenti dai campi e dalle stalle alle nostre tavole, si ritrova a dover fare i conti con una guerra praticamente “in casa”.
Secondo il documento, che analizza le principali dinamiche del settore con particolare riferimento al 4° trimestre 2021 e un occhio al 2022, lo scorso anno l’agroalimentare nazionale ha mostrato una buona tenuta dopo lo shock pandemico, grazie anche alla spinta derivante da un export in decisa ripresa. Il 2021 si è, infatti, chiuso con un balzo dell’11% delle vendite all’estero per un valore record di 52 miliardi di euro. Bene anche il mercato nazionale: gli acquisti alimentari domestici hanno registrato nel 2021 una flessione insignificante (-0,3%), soprattutto in confronto con l’eccezionale annata precedente.
La spesa di cibo e bevande si è attestata su un valore di circa 87,3 miliardi di euro, superiore del 7,5% rispetto al 2019, l’anno precrisi. Insomma, il complesso comparto agroalimentare parrebbe essere uscito da due anni difficili in modo più che dignitoso. A complicare tutto, però, ci sono messi i costi delle materie prime e dell’energia e, adesso, la guerra in Ucraina. L’Ismea spiega che l’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia grava pesantemente sia sul settore agricolo in sé, sia sull’industria alimentare e va a sommarsi ai problemi collegati ai trasporti e alla logistica.
Problemi aggravati dallo scoppio del conflitto Russia-Ucraina che, si prevede, avrà un elevato impatto sullo scenario internazionale, sia per l’instabilità dei mercati finanziari e le pressioni, anche speculative, al rialzo dei prezzi di tutte le materie prime, sia per l’introduzione di sanzioni e restrizioni commerciali. Gli effetti si fanno già sentire nei prezzi di molti listini che toccano da vicino l’agroalimentare, andando a confermare una tendenza già iniziata nell’ultimo trimestre del 2021.
Per il 2022, a regnare è l’incertezza. La crescita dei prezzi dei prodotti alimentari andrà ad incrociarsi con la riduzione del potere d’acquisto delle famiglie, l’aumento delle bollette per le imprese, gli effetti delle sanzioni nei confronti della Russia; tutti fattori che rischiano di rendere il 2022 peggiore degli altri due anni appena passati. Per questo, l’agroalimentare nazionale ed europeo sta chiedendo con insistenza strumenti straordinari di intervento, per riuscire a produrre di più a costi sopportabili per tutti.
A.Z. – Agensir