Febbraio apre con passaggi ‘mordi e fuggi’

Dai primi passi, febbraio appare intenzionato ad affossare l’inverno definitivamente. Nella prima settimana deboli perturbazioni da NW a SE sono transitate veloci recando al seguito incursioni favoniche. La prima più mite, la seconda più fredda, comunque in grado di movimentare il meteo dei restanti giorni. Il secondo fronte, quello di lunedì 7, ha destato venti violentissimi in grado di provocare danni e di alimentare incendi, soprattutto tra Alpi e Valpadana.
L’afflusso di aria da NW del 31 gennaio, continuato il 1° febbraio, si è attenuato il 2 con una gelata notturna con poca o punta brina. La corrente favonica, ripresa in giornata sotto l’azione anticiclonica, ha fatto schizzare i termometri a livelli eccezionali per l’inizio di febbraio e anche in Lunigiana non sono mancati sbalzi tra il clima rigido dell’aurora e i tepori primaverili del pomeriggio.
Escursioni ben superiori ai 20°C tra minime e massime si sono avuti in tutto il fondovalle: a Pontremoli-Verdeno da -3,0° a 19,2°; a Villafranca-Ghiaione da -4,6°C a 20,3°C; a Ripa di Aulla, da -4,7°C a 20,8°C, cioè 25,5 gradi di differenza nel giro di sei ore circa! Il fronte annunciatosi il 3, che ha recato pioggerelle la notte e il mattino di venerdì 4, si è dimostrato meno frettoloso ed è stato in grado di mantenere coperto il cielo per l’intera giornata e distribuire precipitazioni comprese fra i 2 e i 10 mm.
Qualche schiarita notturna, sabato 5, ha giocato a favore della nebbia, che ha ingrigito pure Pontremoli quasi fino a mezzodì risalendo dal più basso fondovalle, dopo che l’avvio della giornata era parso neanche tanto male. Il terzo fronte si è presentato domenica 6 nella fase caratterizzata dal vento di libeccio, abbastanza sensibile pomeriggio e sera.
Lunedì 7, infine, film già visto e altra incursione del foehn alpino dopo nottata nuvolosa e tranquilla. Le potenti raffiche si sono intensificate tra le 10 e le 13, mentre lo spazio aereo tornava azzurro dopo la residua nuvolaglia del primo mattino; frequenti le folate a 50-60 km/h e più, ma sui rilievi anche oltre i 70-80 km/h.
Un vento si definisce forte intorno ai 50 km/h quando si parla di velocità istantanea, mentre il percorso orario che comporta la stessa qualifica è, in genere, sui 20-25 km (vento filato), a meno che non si tratti di vento teso, vale a dire non rafficoso. Percorsi orari di 30-35 km sono tipici dei venti molto forti/fortissimi e rafficosi, con velocità massime istantanee sui 60-70 km/h, come la nostra tramontana, quasi del tutto assente durante l’inverno in corso e sostituita dalle ‘puntate’ meno durevoli del foehn.
Terminando con la cronaca, l’afflusso settentrionale, appena più freddo di quello di sette giorni prima, non ha permesso di raggiungere temperature massime elevate, benché anche lunedì 7 ben superiori alla norma. La cessazione dell’effetto favonico già dopo il tramonto, il cielo stellato e la bassa umidità hanno presentato il conto della vera natura dell’aria sopraggiunta con temperature minime che, specialmente nel fondovalle, sono scese, all’alba di martedì 8 febbraio, anche a -5°C.

a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni

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