Celebrata il 2 febbraio a Massa in Cattedrale la Giornata Mondiale della Vita Consacrata
Nella festa della presentazione di Gesù al tempio, il vescovo Gianni Ambrosio ha celebrato la S. Messa assieme alle religiose della diocesi il 2 febbraio scorso, in quella che è conosciuta come festa della “Candelora”. Infatti la liturgia ha avuto inizio dal fondo della Cattedrale con la benedizione delle candele, segno del Signore Gesù, luce delle genti, che, trascorsi 40 giorni dalla nascita, viene presentato al tempio, come era usanza nel popolo ebraico. Ogni primogenito infatti era al tempo stesso il segno e il memoriale della “liberazione” dalla grande schiavitù: i primogeniti in Egitto erano stati risparmiati. Gesù, però, il Primogenito per eccellenza, non sarà “risparmiato”, ma col suo sangue porterà la nuova e definitiva liberazione del suo popolo.
Assieme al vescovo Gianni hanno celebrato la S. Messa il parroco della Cattedrale, mons. Giulio Rossi, don Ezio Gigli, in qualità di membro del Capitolo della Cattedrale, e don Samuele Agnesini, che oltre a coordinare la liturgia, ha portato il saluto di mons. Ivo Ercolini, vicario episcopale per la vita consacrata, che non ha potuto essere presente per motivi di salute.
Questa festa si celebra a livello di Chiesa universale, in quanto Giornata Mondiale della Vita Consacrata, iniziativa arrivata alla XXVI edizione e dedicata quest’anno al cammino sinodale. Si legge infatti nel messaggio diffuso dalla Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, che è “un cammino che interpella ogni comunità vocazionale nel suo essere espressione visibile di una comunione d’amore”, perché la prima modalità di partecipazione è la appartenenza. “Così in questo anno ci soffermiamo sulla seconda parola del sinodo (partecipazione, ndr) per invitare ognuno di noi a fare la propria parte, a partecipare, appunto: nessuna, nessuno, si escluda o si senta escluso da questo cammino; nessuna, nessuno pensi non mi riguarda”.
L’invito rivolto alle religiose e ai religiosi è dunque quello di entrare “in questo viaggio che è di tutta la Chiesa, con la ricchezza dei nostri carismi e delle nostre vite, senza nascondere le fatiche e ferite, forti della convinzione che potremmo solo ricevere e dare del bene”, in forza di quel “sì” alla chiamata di Dio che li ha portati a rispondere alla loro vocazione di consacrati.
“Ogni vita viene da Dio – ha detto mons. Ambrosio nell’omelia – ogni vita è dono del Signore: vale per tutti. Ma vale in particolare per Gesù”.
“Maria e Giuseppe – ha continuato – presentano a Dio il dono ricevuto e, mentre compiono questo gesto di gratitudine, viene rivelata la verità più profonda: Gesù è veramente dono di Dio, è veramente il Signore, è nato dal grembo di Maria per opera dello Spirito Santo”. L’invito è allora “di accogliere anche noi con gratitudine il dono della nostra vita e della vita dei fratelli e delle sorelle”.
“Se siamo uniti al Signore Gesù, siamo anche noi figli amati da Dio, grazie alla comunione con Gesù, nostro Signore e salvatore”.
“È la festa di uomini e di donne – ha evidenziato inoltre il vescovo Gianni – che donano completamente la loro vita a Dio e ai fratelli. Ogni cristiano, discepolo di Gesù, è chiamato ad offrirsi al Padre, facendo della sua vita un dono sia all’interno della famiglia sia al servizio alla Chiesa e della società”. I consacrati e le consacrate, con la professione dei consigli evangelici appartengono a Dio in modo totale e pieno in quanto sono il segno vivente del primato di Dio con la vita offerta al Signore.
Il vescovo Gianni ha fatto poi riferimento al cammino sinodale sottolineando come la partecipazione dei religiosi e delle religiose “alla vita della comunità ecclesiale e civile è in grado di immettere nella Chiesa aria nuova, di offrire uno spirito nuovo per superare l’emergenza spirituale del nostro tempo”.
Infine l’Amministratore apostolico, che giusto un anno fa celebrava per la prima volta in Cattedrale, ha espresso un ringraziamento: “Vi ringraziamo dal profondo del cuore per ciò che voi siete e per tutto ciò che fate. E preghiamo per voi perché risplenda il vostro carisma, in particolare risplenda agli occhi dei giovani perché rispondano ‘sì’ al Signore che li chiama a consacrare la vita per servire Dio e i fratelli”.