Il momento attuale è complesso ed è pieno di tensioni e contraddizioni, quasi sempre si pronuncia una parola: crisi. Le filosofie moderne dicono che la crisi è entrata nell’orizzonte di comprensione del momento attuale, l’apparente armonia di un mondo unificato e coerente si sta demolendo.
Tutto sembra essere messo in questione, si parla di crisi totale. La crisi è un fenomeno che si è esteso in tutti i campi dell’esistenza umana fino al punto che viene ad indicare la nostra condizione di ‘uomini moderni’. La crisi tocca tutti i settori della vita: crisi metafisica, culturale, religiosa, economica, ecologica: Sono in crisi la famiglia, l’educazione e le istituzioni sociali di altri tempi. In buona parte sono caduti i miti della ragione, della scienza, del progresso: la ragione non sta portando ad una vita più degna e umana, la scienza non ci dice né come, né verso dove dobbiamo orientare la storia; il progresso non è sinonimo di felicità per tutti.
È in crisi la trasmissione del patrimonio socio-culturale alle nuove generazioni, si va perdendo la memoria storica e religiosa. Si delinea una cultura pluralista e diffusa nella quale le grandi tradizioni culturali, religiose e politiche vanno perdendo l’autorità che hanno avuto per secoli. Si mettono in questione i sistemi di valori che nel passato caratterizzavano il comportamento delle persone.
Cresce l’indifferenza nei confronti del religioso, del metafisico e del politico, gli antichi punti di riferimento sembrano inadeguati e i nuovi non sono ancora ben definiti. Il comportamento davanti al futuro è segnato da incertezza e da una diffusa inquietudine.
Le grandi ideologie del XX secolo hanno condotto alle maggiori tragedie della storia: due guerre mondiali, l’olocausto (Shoa), Nagasaki, Hiroshima, l’era staliniana, le guerre di Cambogia, Iugoslavia o Ruanda. In mezzo all’incertezza e alla sfiducia resta solo l’essere umano con la sua forza creatrice e anche con il suo potere distruttivo.
D’altra parte, si sperimenta come non mai la frammentazione, non si accettano i grandi racconti di salvezza, le grandi sintesi, i massimi sistemi, le grandi religioni. Dalla crisi deriva come frutto spontaneo il nichilismo che potrebbe essere considerato come il comportamento che rinuncia a cercare i “perché” dell’esistenza. Nietzsche diceva che il nichilismo sarebbe stato la grave malattia delle società moderne: si vive con la sensazione che i valori, le norme e i principi che nei tempi passati davano senso all’esistenza non servano.
Altro elemento che emerge è il fatalismo: siamo immersi in un processo che ci sembra impossibile fermare o cambiare, sembra che la storia sia sottomessa a forze anonime che ci superano: la crisi delle tradizioni, dell’educazione e della trasmissione di cultura indica che non si crede nel passato, però, d’altra parte, non si sa che cosa potrebbe riportare la speranza a questa umanità disincantata, resta solo la libertà fragile dell’essere umano. Da essa dipende il futuro. Due domande sorgono spontanee: che cosa deve essere e come deve comportarsi la Chiesa di Gesù in questa crisi? Come deve intendere e vivere la sua missione?
Don Francesco Sordi