
Nessun campionato in cui sono impegnate le nostre formazioni sembra poter proporre una situazione positiva, semmai sarà opportuno darsi da fare per ridurre il più possibile gli effetti negativi. Per la Pontremolese il quadro non è dei migliori perché, dopo Castelnuovo, dovrà vedersela con le formazioni finora meglio attrezzate. Il Serricciolo può solo sperare in un cambio perentorio di passo per puntare almeno ai play off. Per il resto, a parte la Fivizzanese e la Gragnolese, non avanza altro che sperare in qualcosa di eclatante per salvare il salvabile.

Non si può certo dire che il nostro calcio negli ultimi anni ci abbia dato delle grosse soddisfazioni, semmai, esclusa la Pontremolese, che per lo meno ha cercato di restare ad un livello di certificata qualità, almeno per il nostro territorio, da troppo tempo sembriamo avere rinunciato a qualsiasi velleità di crescita che non si è manifestato soltanto con un calo drastico delle formazioni in lizza, ma sostanzialmente senza un impegno realistico per crescere di livello, semmai molto spesso si è verificato proprio il contrario. Il quadro, quindi, non è certo dei più solleticanti e per chi, come noi, ormai da decenni si trovi a confrontarsi con la situazione, l’impressione corrente è che manchino anche gli stimoli per cercare di crescere e si può anche ipotizzare quali possano essere le motivazioni, visto che, nonostante la Lunigiana sembri proporre dei settori giovanili abbastanza attrezzati, almeno nell’organizzazione, da troppo tempo non emergono giocatori di livello intorno ai quali sia possibile costruire un progetto anche con ambizioni limitate. Quindi, in quasi tutte le situazioni occorre o accontentarsi di quanto passa il convento, oppure attingere in altri ambiti con la prospettiva di investimenti senza ritorno effettivo che spesso inducono a rinunciare a qualcosa di veramente ambizioso. Se al tutto aggiungiamo la catastrofe provocata dalla pandemia, ancora pienamente in atto, che ha tolto anche la soddisfazione di garantire, al di là della qualità dello spettacolo, quella partecipazione del pubblico che non vuole certo rappresentare solo un fatto economico, ma soprattutto un momento di coinvolgimento corale, arriviamo a capire come gli stimoli che, in qualche modo sono ancora alla base di tante situazioni, si stiano riducendo al lumicino ed anche il poco entusiasmo che spesso si riusciva a recuperare, non foss’altro che per una questione di campanile, è andato rapidamente scemando, con gli effetti che sono sotto gli occhi di tutti. In un panorama di questo genere, che ha prodotto quanto abbiamo finora raccontato, ovvero che quasi tutte le nostre squadre presentano problemi che non propongono davvero prospettive entusiasmanti, viene a calarsi la decisione della Lega Dilettanti di sospendere fino a fine gennaio i vari tornei, con l’aggiunta anche dei settori giovanili e delle altri tipologie di calcio. Sia chiaro che c’è ben poco da obiettare sulla scelta effettuata perché il quadro che si sta proponendo ogni giorno che passa rasenta l’imponderabile e la virulenza delle varianti del COVID 19, qualunque sia il loro nome più o meno scientifico, è tale che non lasciava certo alternative, soprattutto trattandosi di norma di giocatori impegnati anche in altre attività, quindi difficilmente tracciabili, oppure, e di preoccupazione ancor più elevata, di bambini e adolescenti la cui salvaguardia, attraverso la vaccinazione, è stata intrapresa solo da un paio di mesi, perciò con tutti i rischi conseguenti.

Da una situazione di questo genere diventa difficile ipotizzare una qualche prospettiva di un qualche interesse, almeno per quanto potrebbe attenere ai possibili risultati da raggiungere alla fine della stagione. Il quadro, infatti, come raccontato la volta scorsa, è per lo meno demoralizzante a tutti i livelli, perché stando ai numeri guadagnati fino ad oggi, possiamo prendere atto che solo un paio di formazioni possono sperare concretamente di raggiungere un risultato seppure parziale che apra a qualche prospettiva, in concreto, di raggiungere almeno la fase dei play off. Per le altre tutte, oltre ai rischi sottintesi alla possibilità di scendere di categoria, altro non avanza se non cercare a tutti i costi di salvare la faccia nella speranza che le cose cambino nel breve e si possa tornare a sognare e, seguendo i sogni, ad investire in maniera proficua per dare un senso all’impegno profuso. Se proprio vogliamo trovare una qualche motivazione positiva al momento tragico che stiamo vivendo e, quindi, dare un significato di un qualche interesse alla pausa inattesa, possiamo solo attaccarci al fatto che le tre settimane di pausa per molte squadre, in primis la Pontremolese, potrebbero servire davvero per cercare di recuperare i tanti, troppi infortunati che hanno impedito fino ad oggi di proporre con costanza una formazione credibile e di trovare, ovviamente con il dovuto impegno, di entrare nei meccanismi che il nuovo Mister dovrebbe cercare di impostare per cercare di cambiare una situazione davvero deficitaria.

Crediamo, però, che questo non sia solo un problema degli azzurri che, tra l’altro, stanno anche provvedendo a risistemare i settori più deficitari della formazione con innesti, si dice, di una certa qualità, ma vale anche per tutte le altre squadre che avranno l’opportunità di riflettere su quanto espresso fino ad oggi e, oltre a risistemare le cose con qualche innesto significativo, soprattutto di ricreare quel clima di partecipazione e di entusiasmo che sembra essere venuto meno in questi ultimi tempi. Il discorso vale in positivo per Fivizzanese e Gragnolese che hanno concreta la prospettiva di restare in corsa per un posto al sole, ovvero di entrare nel lotto delle pretendenti ai play off visto che, per quanto riguarda la vittoria finale, sia in Seconda che in Terza, le cose ormai sembrano definite, anche se non siamo ancora a metà della stagione. Qualcosina si può ancora sperare dal Serricciolo che, per quanto decisamente al di sotto dei suoi standard consueti, almeno delle ultime stagioni, sembra avere tutti i numeri per fare quel salto di qualità che stiamo attendendo da inizio stagione, per tentare una scalata alla zona che conta, sulla carta quasi impensabile, ma che nel carattere degli aullesi ci sta tutta, considerato anche il piglio che il mister Chelotti sembrerebbe capace di infondere, almeno per quanto dimostrato nella sua storia. Per le altre, le note sono di tutt’altro tono perché davvero non ci avanza che sperare, come stiamo dicendo da tempo, che succeda l’impensabile, ovvero che, almeno in Seconda, il danno vada a limitarsi ad una sola formazione, anche se la cosa sembra davvero difficile, visto che degli ultimi sei posti in classifica, ben cinque sono cosa nostra e solo coinvolgendo il Massarosa si potrà sperare di contenere i danni. Concludendo, vogliamo arrivare a dire che, se anche le apparenze sembrano non darci ragione, specie in termini di coinvolgimento e di partecipazione, non tutto il male forse viene per nuocere, nella convinzione, naturale per noi ottimisti incalliti, che queste tre settimane di pausa forzata potranno solo giovarci a tutti i livelli e che, alla fine di gennaio, riprenderemo alla grande per scrivere un’altra pagina di storia del nostro calcio che forse non sarà di quelle da ricordare con entusiasmo, ma almeno non sarà neppure da cercare di cancellare per le troppe delusioni.
Luciano Bertocchi