
A Pontremoli un incontro culturale nella biblioteca “Cimati” sul libro di Davide Pugnana
Sabato 29 ottobre un gruppetto di persone interessate alla storia dell’ arte hanno ascoltato Davide Pugnana, un giovane carrarese studioso dei rapporti tra letteratura e arti figurative, argomenti raccolti nel recente suo volume Voci dal mondo dell’arte. Da Marangoni a Michaud, Sarzana, GD Edizioni, 2021. La letteratura italiana nel suo svolgimento storico ebbe una sua prima originale sintesi critica nel libro di Francesco De Sanctis pubblicato nel 1871. Per le arti figurative invece (a parte le remote cinquecentesche Vite di Giorgio Vasari) mancava un manuale di grammatica del linguaggio e dei criteri teorici e filosofici di analisi.
Uno dei più grandi storici dell’arte del Novecento è Roberto Longhi “toccato dal dono della bellezza della scrittura”: con lui inizia nel 1910 il recupero del Caravaggio, il grande pittore diventato un “fenomeno pop” e il cui segno pittorico fa parte del nostro immaginario, ma per molto tempo era stato dimenticato. Fu per caso: seguendo la tesi di laurea dell’allievo Roberto Cotroneo, Longhi col suo formidabile occhio “inventò”, cioè scoprì la qualità e lo stile della luce e delle ombre caravaggesche.
Fondamentale è stato il saggio di Matteo Marangoni Saper vedere del 1933, che ebbe ampia divulgazione e analizza ben 176 opere dai pittori del Trecento alle nature morte di Giorgio Morandi. Vennero poi tanti altri saggi di critica d’arte di allievi di Marangoni e poi, a loro volta, maestri; tra questi Davide Pugnana cita molto Carlo Ludovico Ragghianti docente all’Università d Pisa e gli dedica un intero capitolo ricordando che in carcere perché antifascista iniziò la sua vocazione alla critica d‘arte nel 1942 col Profilo della critica d’arte in Italia, a cui seguirono tanti altri scritti teorici e metodologici e di estesi interessi culturali, sociali e politici. Il libro è un’antologia molto densa di citazioni di testi critici, di “notizie di sano sapore erudito”, di recensioni portate a livello di saggio critico e insieme è una sorta di diario delle intuizioni proprie dell’autore, che ha trovato attraverso tanti maestri l’ago della bussola che dà ordine e sistematicità alle sue innumerevoli letture con acquisizione di adeguata scrittura.
Sono venti i ritratti di personalità italiane e straniere dell’Otto e Novecento esposti nel libro come in una galleria d’arte e si dà evidenza alle loro idee, metodi e teorie. Sono il patrimonio culturale frequentato da Pugnana con attente e ripetute letture, senza dimenticare anche la comunicazione attraverso la rete dei cosiddetti “social”, che per la sua giovane età sa ben usare come ulteriore strumento di informazione, sempre ben consapevole che le questioni dell’arte non offrono una risposta univoca.
Saper vedere un quadro, dedicarsi agli studi dell’arte visiva richiede una severa formazione, un osservare incessante e molto studio, Pugnana ce lo ricorda con le parole di Tommaso Montanari, storico dell’arte di valore e buon divulgatore culturale anche attraverso la frequente partecipazione a trasmissioni televisive. (m.l.s.)