Vespa velutina: situazione sotto controllo ma non abbassiamo la guardia

La riflessione del referente territoriale, Stefano Fenucci, a quasi un anno dalla scoperta del primo nido del calabrone cinese in Lunigiana

Stefano Fenucci, referente in Lunigiana per la lotta alla Velutina.
Stefano Fenucci, referente in Lunigiana per la lotta alla Velutina.

“La situazione è, per il momento, abbastanza sotto controllo. Comunque è vietato assolutamente abbassare la guardia”. Così ci dice Stefano Fenucci, dell’associazione Toscana Miele, in merito alla situazione in Lunigiana del Calabrone asiatico, meglio noto come Vespa velutina. Insetto che ha letteralmente invaso l’Europa nel 2004 uccidendo, al suo passaggio, api e molte altre specie di insetti impollinatori. Insomma un vero e proprio piccolo killer che rappresenta una nuova minaccia per l’apicoltura, l’agricoltura, la biodiversità e quindi per tutto l’equilibrio ecologico. Ed anche, sia pure in misura minore, per l’uomo. Purtroppo è un pericolo alato che è arrivato anche in Lunigiana, come segnalato alla fine del 2020 dallo stesso Fenucci, creando non poca apprensione tra gli apicoltori locali, specie pensando che va ad intaccare una delle assolute eccellenze gastronomiche della Lunigiana, ovvero il miele DOP di acacia e di castagno che resta ancora unico a livello nazionale.

Il particolare del nido della Vespa Velutina
Il particolare del nido della Vespa Velutina

La situazione a quasi un anno dal primo avvistamento non è comunque tragica anche grazie al grande lavoro che gli apicoltori stanno mettendo in campo sul territorio per arginare questa temibile minaccia. Così come ci conferma Fenucci, che in Lunigiana è il referente per la lotta alla velutina, “stiamo intervenendo per rimuovere i nidi che ci vengono segnalati o che riusciamo a trovare. Fortunatamente non sono ancora molti ma certo la situazione va continuamente monitorata perché il rischio resta sempre molto alto”.

Un apicoltore, addetto, mentre sta procedendo alla distruzione del nido della Vespa Velutina
Un apicoltore, addetto, mentre sta procedendo alla distruzione del nido della Vespa Velutina

Questo anche perché, contrariamente alle nostre api, da ogni singolo nido di velutina vengono fuori tante future regine ciascuna delle quali fonderà una nuova colonia (in media ogni nido produce più di 400 regine). È quindi fondamentale arginare subito il pericolo e tra i progetti messi in campo c’è anche quello di usare la stessa velutina per distruggere il suo stesso alveare. Come si procede? Prima si cattura un’esemplare attirandolo con bottiglie piene di soluzioni zuccherine o di birra. Poi si applica sulla schiena dell’animale del veleno e lo si lascia libero di tornare al suo alveare. A quel punto l’insetto contaminerà con il veleno tutto il suo nido. Fondamentale è anche il supporto della popolazione che segnali eventuali presenze di nidi di velutine. Alla nostra domanda di quale supporto offrono gli enti locali e regionali agli apicoltori in piena lotta con questo temibile calabrone, Fenucci non risparmia qualche frecciatina alla Regione “per ora abbiamo pochi aiuti da Firenze. Specie pensando che starebbe alla Regione monitorare e controllare la presenza di specie non autoctone potenzialmente dannose. Per noi sarebbe importante avere un aiuto economico o comunque di supporto di mezzi e uomini, alla nostra attività”. (r.s.)

Perchè è così dannosa

La vespa Velutina
La vespa Velutina

Perché la vespa velutina è così dannosa per le api locali e per tutto l’ecosistema? Perché la velutina si nutre quasi esclusivamente di api e degli altri insetti impollinatori in quanto, nelle sue fasi riproduttive, ha un elevato bisogno di zuccheri e proteine che raccoglie, anche sui fiori, ma preferibilmente guarda proprio agli impollinatori come riserve garantite di cibo già pronto all’uso. I calabroni pattugliano l’entrata degli alveari e catturano le api cariche di polline al rientro nell’alveare, le uccidono e lo portano al proprio nido come alimento per la prole. Inoltre, là dove questo predatore tiene sotto assedio gli alveari, le api smettono di uscire dall’arnia e la colonia di conseguenza si indebolisce. Inoltre, essendo l’ape uno dei principali insetti impollinatori, il danno non è circoscritto solo al settore dell’apicoltura ma, più in generale, questo calabrone predando le api, rappresenta una minaccia sia alla biodiversità vegetale, che alla produzione delle colture agricole la cui impollinazione si basa sull’azione delle api. Da non sottovalutare il pericolo per la salute pubblica. È una specie aggressiva e può infliggere punture pericolose per l’uomo, specie nei soggetti che soffrono di allergie. Chi vedesse un nido sospetto lo può segnalare a Fenucci (3381930802), magari inviandogli una foto su whatsapp così da valutare se si tratti effettivamente di un nido di velutine.