“Io sono l’Immacolata Concezione” confida la Vergine Maria a Bernardette: la pastorella non capisce quelle parole, ma di quanto non comprende non si affligge; al suo piccolo paradiso basta la meraviglia e la bellezza di quell’immagine, veste bianca, nastro azzurro e, sul braccio destro, un rosario di grani bianchi. Il Santo Rosario, la preghiera più gradita alla nostra Mamma celeste.
Da Lourdes, a Fatima, fino alle ultime apparizioni, la Madonna presenta agli uomini la corona del Santo Rosario. Un modo valido ed attuale per accrescere la nostra fede, sovente, stanca e sfilacciata. Fede e una grande occasione di dialogo e di esperienza cristiana, nell’ambito delle nostre famiglie.
La Chiesa dedica a Maria due mesi nel corso dell’anno: ottobre, mese del raccolto e della semina e maggio, mese del risveglio e dei fiori. Il Rosario ci mette in comunicazione con la Vergine ed è, al tempo stesso, ripercorrere la vita di Gesù: Via, Verità e Vita. Il malessere attuale è riconducibile, per quanto concerne la vita spirituale, alla mancata integrazione fra fede e vita, la quale non si esaurisce “ora e qui”. Illusoria “onnipotenza” umana; l’uomo è creatura ed ha bisogno del Creatore per recuperare i valori e riappropriarsi della fiducia e della speranza, lungi dal rimanere schiavo della sua super potenza.
Un tempo, quando la miseria sedeva sulle panche delle case modeste e la gente rientrava stanca dai campi, per consumare una cena frugale, tutte le sere si recitava il Rosario. Andando lontano nel ricordo, posso dire di avere visto, sempre, nelle tasche, magari logore, della nonna eppoi della mamma, una vecchia corona che accompagnava i momenti di gioia, di tristezza, di dolore, di speranza… Con rispetto la “soppesavo” con lo sguardo per carpire il valore quotidianamente testimoniato dai grandi.
Ma oggi non abbiamo più tempo in quanto presi da altri strumenti tecnologici e da mille altre cose, non tutte importanti… Moltiplichiamo le chiacchiere, magari a danno del prossimo, e vanifichiamo le parole facendo di esse non un veicolo di verità e di autenticità, ma piuttosto un mezzo di raggiro.
Un richiamo urgente, quello del Rosario, chiesto con determinazione da Papa Francesco. Una “maratona” nel mese mariano e delle rose. Ben trenta santuari, sparsi nel mondo, hanno guidato la preghiera alla Vergine chiedendole di intercedere, presso Dio, per la fine della pandemia. Da secoli il popolo di Dio eleva le sue preghiere al Cielo per la fine di guerre, malattie, catastrofi… La pietà popolare, a cui il Santo Padre resta ancorato nel ricordo dei genitori e dei nonni, spinge milioni di fedeli a chiedere al Signore di allontanare “il calice amaro” che sta flagellando il mondo, proprio sull’esempio di Gesù nel Getsemani. C’è chi si è permesso di criticare l’invito paterno del Papa. Lasciamo a ciascuno le proprie scelte ed opinioni, ma restiamo dell’idea che chiedere aiuto all’Altissimo significa riconoscere le nostre debolezze e fragilità, nella consapevolezza del Suo aiuto e bisogno.
Ivana Fornesi