Sei nuovi reperti nel percorso di visita al Museo del Piagnaro

Si tratta di quattro statue stele, un doccione e un “faciòn”. Entro giugno l’inaugurazione

Il direttore del Museo delle Statue Stele, Angelo Ghiretti, con in mano la stele "Levanto"
Il direttore del Museo delle Statue Stele, Angelo Ghiretti, con in mano la stele “Levanto”

A quanto pare ci siamo: entro breve tempo dovrebbero essere presentati al pubblico i sei nuovi reperti che arricchiranno la collezione del Museo del Castello del Piagnaro a Pontremoli. “Si tratta di sei eccellenze che presto verranno a far parte del percorso museale, non appena si saranno concluse le indispensabili operazioni di manutenzione al tetto” annuncia il direttore, Angelo Ghiretti. I lavori in corso riguardano due falde nella parte finale del percorso: si tratta di rimuovere la copertura del tetto, stendere la guaina impermeabilizzante e ripristinare le piagne. Se non ci saranno imprevisti entro il mese di giugno il nuovo percorso potrà essere inaugurato con l’inserimento dei sei reperti. Si tratta della “Càmpoli” e della testa di stele “Càprio”: entrambe si trovavano da lungo tempo nelle due località omonime, in condizioni di progressivo degrado a causa degli agenti meteorici; lo scorso anno erano state tolte dall’ambiente esterno, trasferite nel museo e, grazie al contributo del Rotary Club Lunigiana, nei luoghi dove si trovavano sono state sostituite con calchi identici agli originali.

L'ultima stele ritrovata, quella nei pressi del Monte Galletto a Pontremoli
L’ultima stele ritrovata, quella nei pressi del Monte Galletto a Pontremoli

C’è poi il frammento di testa di stele “Levanto”, il reperto trovato casualmente da due escursionisti lungo un sentiero nei pressi della località ligure: “con decreto ministeriale del 30 marzo scorso – spiega Ghiretti – è stato concesso al Museo e potremo fornirne copia sia all’Archeologico della Spezia che alla Mostra Permanente della Cultura Materiale in Levanto”. Sarà inserita all’interno del percorso museale anche l’ultima testa di stele ritrovata, la “Pontremoli – Monte Galletto”: “Si tratta di un reperto che non mancherà certo di attirare tutte le attenzioni su di sé – commenta con soddisfazione il direttore – che con la ‘Levanto’ indica veri e propri limiti geografici di distribuzione delle statue-stele: l’una il massimo limite ovest, la ‘Monte Galletto’ quello a nord”. Ma non finisce qui: assieme alle quattro statue stele, al termine del percorso espositivo, i visitatori troveranno il doccione settecentesco rinvenuto nei mesi scorsi al castello del Piagnaro ed un singolare “faciòn” recuperato cinquant’anni fa nella valle di Rossano-Zeri (già nella collezione di Germano Cavalli), acquistato e donato al Museo dal direttore Angelo Ghiretti. “Il legame indiretto dei faciòn con le stele – spiega l’archeologo – sta nel fatto che quando furono ritrovate teste di statue stele talora vennero reimpiegate sui portali di edifici come nel caso di Calamazza nel territorio di Aulla o in loro immediata prossimità come nel caso di Caprio, proprio come con i fación della tradizione popolare lunigianese”. (p. biss.)