La Lunigiana cerca il rilancio puntando sul suo ambiente e sui visitatori italiani

Le incertezze legate al Covid-19 preannunciano una stagione turistica non semplice, ma il territorio ha l’opportunità di intercettare la voglia di viaggiare in mete “verdi” e non affollate

Una stagione turistica che parlerà molto italiano e che vuole fare leva sulle attività all’aria aperta: la seconda estate ai tempi del Covid sembra avere queste caratteristiche, almeno nelle attese degli operatori turistici della Lunigiana. Dopo la disfatta del 2020, in cui l’epidemia – secondo i dati del Rapporto economico “intermedio” di ISR-Camera di Commercio – ha dimezzato i pernottamenti nei primi nove mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019, con un crollo degli stranieri nelle strutture alberghiere del 77%, gli operatori turistici lunigianesi provano a rialzare la testa, a riprendere il paziente lavoro dell’ultimo decennio e a valorizzare gli importanti investimenti pubblici che l’Ambito Turistico mise in campo a inizio 2020 con la partecipazione ad alcune fiere internazionali del settore. Non sarà una stagione semplice. L’unica certezza, verrebbe da dire, sono le incertezze: sulla legislazione sanitaria, sugli indici dell’epidemia e delle vaccinazioni, sulla libertà di movimento tra regioni. Anche per questo c’è chi, come Francesco Bola della cooperativa di servizi per il turismo Sigeric, si augura “un’estate abbastanza simile a quella del 2020, con molti italiani e pochi stranieri almeno fino all’autunno, sperando poi in un graduale ritorno a dinamiche più regolari”. C’è però la percezione che le persone abbiano una gran voglia di muoversi e viaggiare e che la Lunigiana, “percepita come area poco affollata e ricca di attrazioni naturalistiche, sarà molto richiesta”.

Per questo Sigeric punterà, come nel 2020, molto sull’outdoor: torrentismo, trekking, e-bike, visite culturali con piccoli gruppi nei siti di maggiore interesse, con un calendario di proposte settimanali già pubblicato sul sito. Sulla stessa lunghezza d’onda è Barbara Maffei, titolare dell’agriturismo Montagna Verde di Appella, attività ormai nota ben oltre i confini della Val di Magra. Nelle tante incertezze, con la bella stagione si punterà sulla possibilità di vivere maggiormente all’aperto: “Punteremo molto sul turismo di prossimità, facendo leva soprattutto sui clienti italiani e sul ristorante dell’agriturismo che è il motore di tutta la nostra azienda”, racconta la Maffei, confidando anche nelle sinergie con il calendario di attività che le associazioni di turismo stanno promuovendo, “anche a beneficio di molti lunigianesi che non hanno ancora scoperto le bellezze della nostra zona”.

Barbara Maffei nel suo agriturismo "Montagna verde" di Licciana Nardi
Barbara Maffei nel suo agriturismo “Montagna verde” di Licciana Nardi

Montagna Verde, inoltre, ha investito sul servizio internet per accogliere i “nomadi digitali” che abbinano al viaggio la possibilità di lavoro in smart-working. L’azienda agrituristica della valle del Taverone, tuttavia, non dà per persi gli afflussi dall’estero: “Abbiamo prenotazioni di clienti stranieri per luglio e settembre, che ci danno buone speranza per la ripresa di flussi internazionali dal Nord Europa”. Di turismo nazionale di prossimità parla anche Giovanna Zurlo, titolare dell’azienda agrituristica Di là dall’Acqua di Fivizzano e presidente di AOTL, l’associazione degli operatori turistici lunigianesi: le richieste maggiori, secondo l’imprenditrice, riguarderanno le mete “che agevolano un viaggio in auto a poche ore da casa e che offrono la garanzia di una vacanza senza stress”. La Lunigiana si candida ad essere tra queste mete: “Le strutture turistiche lunigianesi si stanno preparando alla ripartenza, anche con investimenti strutturali per poter garantire una vivibilità più diffusa negli spazi aperti. La speranza – prosegue la Zurlo, sottolineando come il primo quadrimestre 2021 si sia chiuso con una diminuzione del 90% rispetto all’anno precedente – è di poter allungare la stagione anche ai primi mesi dell’autunno per poter recuperare in parte i flussi azzerati della primavera”. (Davide Tondani)

Tra vecchi e nuovi problemi il settore turistico prova a fare sistema

Turisti all’interno di un agriturismo

Sono tanti i problemi per chi vuole fare del turismo in Lunigiana la propria professione. Gli operatori del settore li hanno rimarcati ancora una volta: infrastrutture viarie trascurate, trasporto pubblico locale quasi del tutto assente al di fuori dei centri più importanti, carenza di una programmazione turistica comprensoriale, fino ai problemi legati alla connettività Internet e telefonica. A queste criticità “storiche” si affiancano quelle specifiche della pandemia. A preoccupare gli operatori è la mancanza di prospettive certe per l’estate: da subito – chiedono – deve essere rimossa l’ipotesi di legare lo spostamento tra regioni ai “colori” del rischio sanitario. Proprio per salvaguardare il settore turistico, l’auspicio degli imprenditori che abbiamo sentito è che i blocchi legati alla regione di appartenenza vengano sostituiti da protocolli di autocontrollo di cui ogni struttura dovrà dotarsi per attuare le misure anticontagio e che non venga impedita la somministrazione in loco. In un contesto così incerto, la novità è la determinazione degli operatori turistici lunigianesi nell’abbandonare la frammentarietà per fare sistema. Nei mesi scorsi si è creato un gruppo di lavoro di operatori della filiera del turismo e della ristorazione, che ormai somma circa 100 persone, che dialoga con le istituzioni per affrontare le problematiche del comparto: protocolli sanitari, sostegni, imposte e le tariffe locali – molto sentito è attualmente il problema della Tari – ma anche la promozione territoriale. All’indomani della pubblicazione del Decreto “Sostegni”, circa 70 operatori del settore di tutta la Provincia, in grande maggioranza lunigianesi, hanno inviato ai parlamentari locali un documento in cui hanno elaborato proposte di emendamenti da presentare in sede di conversione in legge del provvedimento: si va dalla rivendicazione di ristori più generosi di quelli messi in campo dal governo sulla base delle perdite di fatturato, alla richiesta di una più celere liquidazione delle domande del bando ristorazione, da reiterare comprendendo tutto il comparto hotel-ristoranti-catering. L’auspicio degli animatori di questo gruppo è che la mobilitazione diventi permanente e assuma il ruolo di interfaccia con le amministrazioni locali e il territorio, in un’ottica di progettazione condivisa che guardi allo sviluppo sostenibile dell’intera Lunigiana.