Jean-Paul Dubois: non stiamo tutti al mondo nello stesso modo

Il premio Goncourt 2019 è stato assegnato a Jean-Paul Dubois per il suo romanzo “Non stiamo tutti al mondo nello stesso modo” (Ponte alle Grazie, pagg. 240 euro 16, traduzione di Franceco Bruno) e l’autore era nel cartellone del Festival della Mente a Sarzana in streaming con Stefano Montefiori. Nato a Tolosa, dove vive, nel 1950 ha svolto attività di giornalista e scritto una ventina di romanzi di cui pochi arrivati da noi.
In questa sua ultima fatica troviamo all’inizio il protagonista Paul Hansen mentre sconta la sua pena nel carcere di Montreal in Canada condividendo la cella col membro di una gang di motociclisti accusato di omicidio. Le conversazioni tra i due ci portano pian piano a conoscere la vita precedente di Hansen da cui apprendiamo essere nato in Danimarca dal padre pastore protestante e dalla madre esercente di cinema. La sua vita cambierà dopo la tragica morte dei genitori ed il trasferimento oltreoceano dove con fatica e determinazione riuscirà a trovare il suo posto nel mondo.
Incaricato tuttofare nella residenza Excelsior di Montreal si farà apprezzare per disponibilità e competenza dagli inquilini, quasi tutti proprietari, costruendosi una vita serena rispetto al suo passato. Un evento che conosceremo nei dettagli solo alla fine della narrazione ci porterà alla sua attuale condizione di carcerato. Avremo così l’opportunità di seguire la sua storia di formazione che dalla Francia del ‘68 arriverà non senza inconvenienti allo stato attuale.
Il rapporto coi genitori, a volte molto conflittuale, gli permetterà per tutto il suo percorso di maturare una dimensione mentale al cui centro si stabilirà il principio, in maniera diversa mutuato dagli stessi congiunti, di cercare di non fare del male a nessuno.
Nella sua nuova vita ci sarà posto per l’amore bello quanto forse bizzarro per la pilota di idrovolanti Winona e per il cane Nouk ma… Come l’autore ha dichiarato molte situazioni e personaggi del romanzo vengono dall’osservazione della vita vera in cui si è imbattuto, persino per la figura del protagonista. Comunque il risultato è straordinario e attraverso una vicenda dai molteplici intrecci ci troveremo a condividere la struttura di un rapporto tenero ed accattivante col mondo degli altri così in fondo semplice e misterioso in cui tutto può accadere proprio come nella vita vera.
Il premio appare senza dubbio un punto di partenza anche per il lettore ed è stato sicuramente ben assegnato.

Ariodante Roberto Petacco