
Un medico canadese nel 1936 organizzò le unità speciali che evitarono la morte a centinaia di combattenti

Oggi le trasfusioni di sangue dalla sacca del donatore al paziente sono una terapia così comune che sembra difficile credere come essa sia in realtà un processo tutto sommato recente, considerato che ancora alla metà degli anni Trenta del secolo scorso le uniche trasfusioni possibili erano quelle direttamente da donatore a ricevente.
Il passo decisivo verso la conservazione e il trasporto del sangue avvenne infatti durante la Guerra civile spagnola: centinaia di soldati e di volontari morivano al fronte per le emorragie provocate dalle ferite da arma da fuoco o dagli interventi chirurgici negli ospedali da campo o nelle sale operatorie di fortuna.
Fu un medico canadese di origini scozzesi, Norman Bethune (1890 – 1939) ad introdurre quella vera e propria rivoluzione della quale ancora oggi vediamo gli effetti.
Arrivato volontario in Spagna per dare il proprio contributo alla difesa della Repubblica spodestata dal colpo di stato messo in atto, tra gli altri, da Emilio Mola e Francisco Franco, Bethune mise a disposizione del Fronte Popolare i risultati dei propri studi. Arrivato a Madrid il 3 novembre 1936, vista la grave situazione al fronte e le condizioni in cui si trovavano ad operare i medici, pensò di dare un contributo al miglioramento delle tecniche chirurgiche e delle terapie mediche di emergenza nell’immediata prossimità della prima linea di combattimento.
Sulla base delle esperienze maturate a Montreal nei quattro anni precedenti, organizzò delle unità mobili per poter effettuare le trasfusioni di sangue direttamente nelle retrovie del fronte, cioè là dove ce n’era più bisogno. Promosse così una campagna per la donazione del sangue che veniva poi trasportato all’interno di bottiglie miscelato con una minima quantità di citrato di sodio per la conservazione.
Centinaia di volontari dell’esercito repubblicano poterono beneficiare di quella terapia salvavita -(peraltro sperimentata e messa in atto a Barcellona anche dal medico catalano Frederic Durán-Jordà fin dal 1936) direttamente negli ospedali da campo sulla linea del fronte. Internazionalista, sostenitore della necessità che i sistemi sanitari dovessero essere universali e gratuiti, il medico canadese rimase in terra iberica fino al giugno 1937 quando tornò in Canada per raccogliere finanziamenti e arruolare volontari da inviare in Spagna.
Nel gennaio successivo sentì tuttavia il richiamo di un altro fronte: quello in estremo oriente, dove arrivò nel gennaio 1938 per mettersi a disposizione della Cina nella lunga guerra contro l’impero del Giappone che lo fece assurgere ad eroe nazionale della Repubblica Popolare. Bethune non riuscì tuttavia a vedere la fine del lungo conflitto: morì infatti il 12 novembre 1939 a causa di una grave infezione contratta probabilmente durante un’operazione chirurgica su un soldato.
(p. biss.)