A Pontremoli, dopo la Liberazione, ancora fame e tessere annonarie

Il 27 aprile la città è liberata: la situazione attraverso i dati d’archivio

Orti coltivati nel greto del Magra a Pontremoli
Orti coltivati nel greto del Magra a Pontremoli

La storia si fa sui documenti: all’Archivio di Stato di Massa tre grossi faldoni relativi al Comune di Pontremoli hanno documenti dal 1942 al 1947: questo è il quadro. Il prefetto della provincia di Apuania nel 1942 chiede il censimento di ogni locale non occupato per collocarvi gli sfollandi da zone bombardate e il sindacato corporativo fascista dovrà denunciare i proprietari inadempienti. Bambini dai 6 ai 14 anni furono accolti in palazzo Ruschi e nella colonia Ceppellini di Montelungo.
Sono emesse norme di disciplina degli sfollamenti volontari. Sono raccolti vestiti e biancheria per sinistrati e sfollati, di questi verrà organizzato il 14 maggio 1945 un rientro. La situazione nei mesi tra fine della guerra e prime elezioni amministrative del marzo 1946 sotto il Governo Militare Alleato si deduce da manifesti. Uno firmato dal generale Alexander chiede collaborazione ai cittadini, si impegna a rispettare i diritti personali, definisce una specie di codice penale con elencazione di 46 tipi di reati con reclusione carceraria. è proclamato il coprifuoco, si stabiliscono le tasse, è vietato allontanarsi dalla terraferma, si chiede di fare denuncia delle tombe di militari alleati, devono essere consegnate armi e apparecchi radiofonici, si annuncia la sospensione di funzionari e impiegati fascisti. Il CLN si occupa di distribuire alle famiglie le tessere annonarie, avoca i profitti di regime e liquida i beni fascisti. Gli impieghi statali a Pontremoli erano: 6 vigili del fuoco, 10 guardie di finanza, 14 intendenti di finanza, 14 all’ufficio erariale e alle provvidenze alimentari. Il CLN indica il personale per poste e telefoni, per la procura, tribunali, provveditore agli studi, uffici provinciali agricoltura.

Vignola: la guerra nel Liber Chronicus
di don Raimondo Argenti

Tra il 1941 e il 1945 l’arciprete della parrocchia pontremolese di Vignola, don Raimondo Argenti, annota nel Liber Chronicus notizie e impressioni relative a fatti legati alla guerra in corso. Si tratta di appunti che diventano vere e proprie descrizioni dopo l’Armistizio e l’inizio dell’occupazione nazifascista.
– 1941: anno di guerra e di scarso raccolto, quasi niente olive. Richiamati in guerra 41 vignolesi, di essi uno morto e due fatti prigionieri.
– 1943: il federale di Massa viene ad esortare le donne a tenere alto il morale dei soldati.
– 1944: il 13 marzo un centinaio di militi della X flottiglia Mas fanno perquisizioni a Casa Corvi per scoprire presunto centro di propaganda contro la Repubblica sociale e favoreggiamento “ai partigiani o ribelli o patrioti che dir si vogliono”. Concentrano tutti gli uomini che possono rastrellare, anche don Argenti viene fermato di ritorno da Pontremoli e sono con lui irriverenti. I due fratelli Galli sono colpiti, Silvio muore subito, Renato alla sera in ospedale, ucciso anche Luigi Ferrari a Ca’ dei Ratti. I militi fecero stampare nei loro giornali che avevano ucciso tre ribelli. 19 aprile 1944: una squadra di cosiddetti patrioti strappò via da casa sua il fattore Galli Francesco e sopra Morana dagli stessi condannato a morte e ucciso a colpi di pistola. Il suo cadavere fu ritrovato per caso 4 giorni dopo. Molte dicerie, rimane un “mistero”. Maggio 1944: sempre più frequenti giorno e notte i bombardamenti. Il 17 luglio 1944 i tedeschi rubano in canonica, entrati col pretesto di cercare armi e ribelli. Incendi, uccisioni e furti nello zerasco. Molti tedeschi accasermati nelle case. Molti sfollati dalla Spezia e Pontremoli.
Settembre 1944: un aereo inglese precipita a Fontaneda di Cervara: 4 morti. Annata di raccolti abbondanti.
– 1945: gennaio, tedeschi alloggiati in canonica. Muore Schiaffino Claudio di 16 anni maneggiando una bomba inesplosa. Muore maneggiando una pistola Rittori Ermanno sfollato dalla Spezia. 8 aprile 1945 combattimento tra partigiani e tedeschi per prendere la linea ferroviaria, due tedeschi morti. Cannonate da Pontremoli il 16 aprile. Il 20 aprile fatto saltare il ponte Grande sul Verde dai tedeschi, era stato inaugurato il 3 agosto 1893. Il 26 aprile i partigiani calano dai monti.

Una cartella ha note informative sui “sentimenti politici dei funzionari” e sull’epurazione. Tra aprile e giugno 1945 sono raccolte dichiarazioni di “non collaborazione con le truppe nazifasciste”. Si fa sblocco e distribuzione di prodotti tessili e calzature: sono per impiegati, privati, pensionati, operai e salariati, profughi, sinistrati, partigiani, reduci militari e civili. Si riaprono le scuole. L’asilo infantile D. Razzetti riapre e fornisce un pasto caldo ai bambini, era stato occupato dai repubblichini e poi dai tedeschi e le aule fatte stalle per i cavalli. Il cibo è razionato dalle tessere assegnate dalla Commissione annonaria comunale.
Sono razionati i generi alimentari, le materie prime, i prodotti finiti soggetti a controllo, è sequestrato il grano; a Parma si va per l’approvvigionamento di patate perché nella nostra zona era mancato il raccolto a causa di una grande siccità.
Il 17 maggio 1945 al CLN viene notificato che a Pontremoli c’era il rischio di non avere neanche un etto di pane al dì per persona e sul mercato non c’era disponibilità di olio, lardo o burro. Viene inviata richiesta al deputato Giuseppe Micheli e al capo partigiano Achille Pelizzari perché si interessino per l’assegnazione di carne congelata bovina o trovino bestie da macello dopo il depauperamento provocato dalle razzie tedesche. Viene procurata una partita di kg. 105 di cuoio per risuolature di scarpe.
A Pontremoli nel 1945 erano 35 le botteghe artigiane di calzolai di cui 16 in via Garibaldi. Il grano veniva conferito ai “granai del popolo”, i sindaci e il CLN fanno ammasso di cereali superflui alle necessità dei produttori, emettono norme contro il mercato nero di grassi alimentari diventato allarmante e si pubblicano i nomi degli inadempienti.
Una scheda del 10 novembre 1945 per il Comune di Pontremoli registra ammasso di q. 3.611,88 di grano e q. 58,19 di granoturco per le 15.894 tessere. Per le castagne fresche e secche l’ammasso è volontario per quantità, ma c’è sequestro per chi non lo fa. Il prefetto di Parma chiede di poter esportare latte nella nostra zona. Dalla Puglia viene importato olio. Il sindaco Miglioli il 19 aprile 1946 dispone la distribuzione di k. 2 a persona di farina di castagne presso il Consorzio Agrario. L’ammasso dei cereali rimane anche per il raccolto del 1947 e i generi alimentari sono ancora razionati.

Maria Luisa Simoncelli