Al via la Scuola di formazione all’impegno socio-politico

Si comincia il 27 novembre a Massa con un incontro sulla realtà della nostra provincia

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Suona la campanella per gli studenti della Scuola di formazione all’impegno socio-politico della diocesi, coordinata dall’Ufficio di Pastorale Sociale. Terminato il primo ciclo di appuntamenti dedicato alla parte istituzionale, adesso gli studenti che partecipano alla terza edizione del corso, affronteranno la parte “tecnica”, incentrata su incontri per approfondire la conoscenza della realtà socio-economica del territorio provinciale. “Anche la terza edizione della scuola – afferma Fausto Vannucci, direttore della Pastorale Sociale e del Lavoro – sta avendo un grande successo. Come di consueto, il secondo anno sarà dedicato all’approfondimento delle tematiche affrontate durante l’anno precedente. Un percorso imprescindibile per chi voglia portare il proprio contributo alla vita politica della realtà in cui vive”.
Ad inaugurare l’Anno Accademico sarà Vincenzo Tongiani, presidente dell’Istituto Studi e Ricerche della Camera di Commercio, che terrà un incontro dal titolo: “La provincia di Massa-Carrara: uno sguardo di insieme”. L’appuntamento, fissato per mercoledì 27 novembre alle ore 18 a Massa nella Sala Incontri della Curia Vescovile, sarà un’ottima occasione per illustrare, tramite una serie di dati statistici, l’andamento dei fenomeni oggetto di studio e per sollecitare gli studenti a formulare proprie valutazioni.
Durante l’incontro sarà presentato anche il programma del secondo anno del corso di studi: ”Dal marmo al porto, dall’esperienza in Consiglio Comunale al mondo agricolo, il secondo anno – dice Fausto Vannucci – toccherà le varie realtà del nostro territorio, sempre con l’obiettivo di dare ai nostri studenti una formazione a 360 gradi. Oltre alle lezioni frontali, infatti, sono previste anche uscite didattiche, durante le quali i partecipanti, guidati da esperti dei vari settori, si confronteranno con imprenditori, lavoratori e politici, per ascoltare le loro esperienze e capire come funziona la realtà politico-economica del territorio in cui vivono”.
Se l’obiettivo della Scuola di Formazione è quello di rinvigorire l’azione politica e formare una nuova generazione di cittadini, possiamo dire che il format proposto dalla Scuola ha colto nel segno. A confermarlo sono le parole degli studenti della terza edizione, che si dicono soddisfatti delle nozioni apprese durante il primo anno: “La cosa bella della Scuola – afferma Beatrice Petrocchi – è che i vari incontri hanno messo sempre al centro il bene comune e hanno dato a noi studenti la possibilità di capire quelle che possono essere le strade migliori per conseguirlo”.
Dello stesso avviso sono Elena Cagetti e Sergio Tovani, che hanno apprezzato le modalità: “I relatori sono stati capaci di farci entrare nei temi con grande semplicità e naturalezza. Molto bella è stata anche l’idea della cena post incontro, un ulteriore momento di confronto, che ha contribuito a creare un clima sereno di amicizia e confronto”.
A confermare il successo della scuola sono anche le parole di Davide Lucchini, uno dei più assidui frequentatori, secondo il quale: “Per essere buoni cittadini diventa necessaria la formazione, che consente di conoscere i problemi della società contemporanea e di trovare possibili soluzioni”. Per Lucchini, inoltre, è importante anche un nuovo impegno dei cattolici in politica: “Spesso, per paura, restiamo spettatori della vita che ci circonda. In realtà, anche i cattolici possono essere attivi in politica: fede e impegno civile possono andare a braccetto, specie nell’operato di chi si dice credente, senza, per questo, dover intaccare la laicità dello Stato”.
In attesa del nuovo calendario didattico, tante sono le aspettative dei ragazzi: “Siamo molto curiosi di sapere come si svolgeranno gli incontri itineranti. Crediamo che il lavoro sul campo sarà molto interessante. Quello che ci ha colpiti del progetto è il suo messaggio di speranza: durante il corso non solo ci hanno detto che cosa sia il Bene Comune, ma ci hanno spiegato che è possibile realizzarlo. Per questo, adesso, siamo ansiosi di conoscere le realtà e le modalità, con cui il bene comune è stato perseguito nel nostro territorio”.

E.G.