Quando, dopo la pioggia, lo scirocco ‘discende’ da nord

40meteoLa settimana in esame è trascorsa, meteorologicamente parlando, nell’attesa della perturbazione prevista in transito fra sabato e domenica: si è temuto per la pioggia che, in abbondanza, avrebbe potuto riversare – a pochi giorni di distanza dai precedenti nubifragi – ancora una volta sulle medesime aree della Liguria subissate dai nubifragi del 15 ottobre.
La zona interessata dai fenomeni più intensi, oltretutto stazionari per molte ore, si è poi estesa alla provincia di Alessandria, dove si sono registrate le situazioni più critiche. Tra i rovesci e i temporali di martedì 15 e la ripresa delle precipitazioni di sabato 19, si è imposta la nuvolaglia variabile con strati nebbiosi mattutini. I flussi aerei da SE hanno tipicamente recato più pioggia sull’angolo NW dell’alta Lunigiana; l’insistenza del flusso sciroccale e la sua mancata evoluzione a libeccio danno ragione di quanto avvenuto e cioè il mancato, ulteriore peggioramento di domenica, che non è riuscito a portarsi verso est, eccetto alcuni forti rovesci isolati e di breve durata verificatisi domenica sera dopo la pioviggine e i rari piovaschi delle ore pomeridiane.
40METEO_TABELLALe correnti meridionali, con venti deboli a fondovalle e sensibili sui rilievi, hanno recato un graduale aumento termico, lento sabato e domenica e più netto lunedì e martedì. Fino a lunedì, la provenienza del vento ha rispettato quella ‘nominale’, spirando da S o SE, come ci si aspetta da ostro e scirocco.
Nel pomeriggio di martedì 22, d’altro canto, lo scirocco si è presentato come brezza discendente dai valichi appenninici: come si suol dire in questi casi, “sotto le mentite spoglie” di un vento da Nord, ma lungi dall’essere tramontana! Sia per la temperatura elevata sia per l’umidità relativa piuttosto alta, non è difficile smascherarlo: tramontana non può essere perché non è freddo e neppure favonio perché non è secco. Si tratta, perciò, di scirocco invorticato per la configurazione barica e la presenza del rilievo che, nell’interno, incanala i flussi aerei con direzioni anche opposte a quelle prevalenti in mare aperto o in atmosfera libera al di sopra delle catene montuose.
Con tali premesse, l’aria in prossimità del suolo tende a scaldarsi di più per compressione e non desta meraviglia che la temperatura sia salita a livelli da primato per la stagione con punte di 25-26°C , veri e propri record di temperatura massima per il 22 ottobre.

a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni