Non si sa bene da chi abbia attinto il Presidente incaricato, Giuseppe Conte, quando, ha pronunciato la frase sul nuovo umanesimo ripresa dai media e commentata in modo a volte superficiale, spesso in modo irrisorio, anche in un certo mondo cattolico. “Molto spesso, negli interventi pubblici sin qui pronunciati, ho evocato la formula di un nuovo umanesimo. Non ho mai pensato che fosse lo slogan di un governo. Ho sempre pensato che fosse l’orizzonte ideale per un intero Paese”. Qualcuno si è premurato di andare a vedere le fonti che possono aver ispirato Conte nella formulazione del suo “nuovo umanesimo”. C’è chi sostiene che dietro ci sia un po’ di Moro, un po’ di Papa Francesco, un po’ di società laica, un po’ di furbizia politica. C’è chi dice anche che esso prenda origine da un filosofo francese, Edgar Morin, ateo, quindi portatore di un umanesimo in salsa anticristiana. Tutto è possibile. Tuttavia, ad un credente attento non dovrebbe essere sfuggito che il termine “nuovo umanesimo” in questi anni è stato utilizzato piuttosto spesso.
A Firenze, nel novembre 2015 si è svolto il V° Convegno Ecclesiale Nazionale sul tema “In Gesù Cristo un nuovo umanesimo”. Quel Convegno Ecclesiale era stato introdotto da una celebrazione presieduta da Papa Francesco nella cattedrale di Firenze, erano presenti tutti i vescovi italiani e c’erano delegazioni di tutte le diocesi italiane.
Nel maggio 2016 a Papa Francesco viene conferito il Premio internazionale “Carlo Magno. Erano presenti per la consegna Marcel Philipp, Jürgen Linden, Martin Schulz, Jean-Claude Juncker e Donald Tusk, le maggiori autorità europee del tempo. Anche in quell’occasione Papa Francesco dichiarò di sognare un” nuovo umanesimo”. Già allora l’Europa non se la passava bene e ripensando alle capacità rigenerative del dopoguerra affermava:“Questo ritorno alla memoria ci permette di ispirarci al passato per affrontare con coraggio il complesso quadro multipolare dei nostri giorni, accettando con determinazione la sfida di “aggiornare” l’idea di Europa. Un’Europa capace di dare alla luce un “nuovo umanesimo” basato su tre capacità: la capacità di integrare, la capacità di dialogare e la capacità di generare”.
Gli interventi della Chiesa, e non solo della Chiesa, in proposito sono molteplici. Oggi è evidente la strumentalizzazione politica. Si può accettare l’ignoranza di tanti comunicatori o giornalisti circa il pensiero della Chiesa, anche se un po’ di informazione più approfondita non farebbe male. C’è solo la caccia allo scandalo e alle affermazioni e situazioni eclatanti senza andare a scavare sui motivi che portano tanti credenti al volontariato, a far parte di quella Chiesa in uscita di cui parla Papa Francesco. Forse scoprirebbero che nelle pieghe di questo nostro Paese un po’ di “nuovo umanesimo” già c’è. Questa ignoranza però è inammissibile in emittenti “cattoliche”. Quando si è svolto in Convegno di Firenze e quando il Papa ha ricevuto il Premio Carlo magno non si parlava ancora né di governo gialloverde né di governo giallorosso. Non c’era alcuna strumentalizzazione politica da parte della Chiesa come invece c’è ora da parte di troppa gente.