
Ottima riuscita della settimana trascorsa sulla sponda slava dell’Adriatico

Si è felicemente concluso, con piena soddisfazione di tutti i partecipanti, l’annuale pellegrinaggio estivo de Il Corriere Apuano, ben organizzato anche nei minimi dettagli e coordinato in maniera impeccabile dal canonico don Pietro Giglio, secondo una tradizione ormai consolidata, grazie all’esperienza maturata nel corso di quasi cinquant’anni. Da lunedì 8 a domenica 14 luglio una trentina di lunigianesi provenienti da diversi Comuni dell’alta e della media Val di Magra (cui si è aggiunta a Rimini una vecchia conoscenza ferrarese) ha visitato – come prevedeva l’interessante programma ricco di iniziative – numerose perle della costa dalmata. Il giorno della partenza l’allegra comitiva, dopo aver fatto sosta a San Marino e ad Ancona, si è imbarcata alla volta della Croazia per una tranquilla traversata notturna in comode cabine doppie a bordo di una motonave. Nelle giornate successive numerose escursioni in pullman, in battello e/o a piedi – tutte caratterizzate dalla presenza qualificata di guide locali competenti – hanno consentito di visitare ampiamente la città di Spalato (in particolare il Palazzo di Diocleziano e la Cattedrale), il bel paesaggio e gli stupendi edifici medievali di Trogir (la “piccola Venezia”), il centro e le mura di Dubrovnik (l’antica Ragusa, cittadina fortificata della bassa Dalmazia), la splendida isola di Hvar (percorsa in tutta la sua larghezza anche nelle aree dell’interno più brulle e selvagge), l’antica Sebenico ricca di monumenti, il parco nazionale della Krka con il pittoresco canyon e le suggestive cascate, la graziosa cittadina di Zara e infine, al rientro, il cuore di Trieste e il vicino castello di Miramare. Per tutti si è trattato di una full immersion nella natura incontaminata e nella storia antica e recente di territori e popolazioni costretti in passato a difendersi da brutali aggressioni esterne e fino a pochissimo tempo fa dilaniati da una violenta guerra civile i cui segni – drammaticamente persistenti nel paesaggio urbano ma anche nella viva memoria della gente – sono tuttora evidenti agli osservatori meno distratti.

La piccola “comunità in viaggio” ha saputo affrontare con gioia, all’insegna del sorriso e della solidarietà, le tante interessanti esperienze programmate, dimostrando coesione e voglia di stare serenamente insieme. L’itinerario affrontato si è così rivelato a tutti come preziosa occasione non soltanto per il personale approfondimento culturale ma anche per un rilassante allontanamento dalla routine e dall’assillo dei problemi quotidiani e per il raggiungimento di una gratificante pace interiore e di un rinnovato, più genuino rapporto con le meraviglie del creato: a distanza di giorni permangono integre, vive ed intense, le sensazioni provate inebriandosi di luci, colori, profumi, aromi, sapori e suoni armoniosi. Memorabili le persistenti note di lavanda, coltivata a macchie in grandi estensioni su centinaia di isole sassose e povere di vegetazione, esposta in bella mostra nelle coloratissime bancarelle e piantata in enormi vasi sui balconi delle camere d’albergo con vista sul mare, il delicato sapore di mare di una cucina superlativa, lo scroscio dell’acqua delle cascate naturali, la pace dei boschi anche nei siti affollati, il rimbombo dei cori a cappella nella domus dioclezianea e il canto del mare, nella quiete notturna. Per molti ha costituito una piacevole sorpresa l’organo marino di Zara, felice connubio di arte, architettura e natura: si tratta infatti di uno strumento musicale sperimentale tale da emettere suoni melodiosi grazie al moto ondoso che incanala l’aria in tubi di diversa lunghezza sapientemente collocati in riva al mare sotto enormi gradini di marmo. Al rientro i gitanti hanno espresso viva gratitudine a don Pietro per la discreta ma sempre attiva guida spirituale (il parroco ha apprezzato e condiviso lo spirito di amicizia riscontrato, ha quotidianamente accompagnato i pellegrini nella preghiera e nella riflessione e la domenica mattina ha concelebrato la S. Messa nella celeberrima Cattedrale triestina di San Giusto). Destinatari di un sentito, corale ringraziamento anche Vincenzo, autista provetto quanto raffinato barista (i suoi squisiti caffè artigianali durante le soste non hanno mai fatto rimpiangere il suolo italiano) e le ormai familiari “quattro Elle”: i cortesi coniugi Luca e Lucia Latini, responsabili dell’agenzia di viaggi, insieme con le figlie Lidia e Luisa (la giovanissima mascotte del gruppo presente per tutta la durata del viaggio e sempre pronta ad assistere tecnicamente i pellegrini diversamente giovani alle prese con i problemi dei cellulari di ultima generazione), hanno tempestivamente fatto fronte a tutte le esigenze ovviando con prontezza alle difficoltà incontrate e meritando l’unanime apprezzamento anche per le costanti, premurose attenzioni e per la cura nella scelta dei luoghi di pernottamento e di ristoro.