Quasi a conclusione i lavori del primo lotto della Strada della Ripa ma restano in piedi altre criticità. Stadano, Ripa, Albiano e Santo Stefano le località più colpite dalle difficoltà di circolazione
Procedono verso la fine i lavori del primo lotto della Strada della Ripa, l’arteria che, lungo la sponda destra del Magra, collega Ceparana e Bottagna con il raccordo autostradale Santo Stefano – La Spezia. Gli annosi problemi di franosità della soprastante collina di Vezzano, che nella cattiva stagione mettono a repentaglio la sicurezza stradale e determinano lunghi periodi di chiusura, presto saranno (parzialmente) alle spalle: in queste settimane la strada è completamente chiusa per la definitiva posa in opera della copertura del tunnel antifrana progettato dai tecnici della Regione Liguria. A breve, quindi, un primo lungo tratto della trafficata strada sarà definitivamente in sicurezza: il tunnel antifrana preserverà la circolazione da eventuali, frequenti, movimenti franosi. Il secondo e il terzo lotto dei lavori sono in fase di appalto da parte della Regione. Nel frattempo, la chiusura della strada ha dirottato, come sempre, il traffico dalla bassa Val di Vara e Ceparana alla Spezia su Albiano Magra: l’importante frazione aullese si trova a sostenere flussi di traffico elevatissimi che si ripercuotono pesantemente sui residenti, soprattutto nel punto critico in cui il ponte di Albiano si innesta nella Statale della Cisa, di fronte alla vecchia stazione ferroviaria di Caprigliola.
A riguardo del progetto di Anas e Regione (dati gli anacronistici e bizzarri confini amministrativi, è bene specificare che in questo caso parliamo di Regione Toscana, che però 400metri più a sud confina con la Liguria) di abbattere il vecchio scalo di Albiano-Caprigliola per fare spazio a una funzionale rotonda stradale che agevoli anche i flussi di traffico da Aulla ed elimini l’attuale strozzatura della sede stradale, tutto tace da oltre un anno, nonostante i problemi si siano ulteriormente aggravati. A ciò va aggiunto il semaforo che nelle Lame di Stadano regola il traffico della Statale della Cisa su una sola corsia: i fenomeni di erosione del sottostante fiume Magra hanno imposto nel marzo 2018 un restringimento di carreggiata a cui non ha fatto seguito alcun cantiere. Del tutto vane le sollecitazioni ad Anas da parte dell’amministrazione aullese: il semaforo di Stadano è lì da 14 mesi, con le conseguenti code nelle ore di punta o quando si blocca – l’estate è alle porte – anche l’autostrada in direzione mare. Nei giorni dell’ultima allerta meteo, la statale è stata addirittura completamente chiusa al traffico, isolando di fatto la Lunigiana dalla costa, con l’invito delle autorità a servirsi dell’Autostrada (a pagamento). Le criticità viabilistiche di Albiano e Stadano hanno dunque pesanti ripercussioni su tutto il pendolarismo lunigianese. Ma a subire le conseguenze della complessa situazione viaria sono anche gli abitanti santostefanesi: il borgo allo sbocco in piano del Magra si trova ad essere attraversato sia dal traffico proveniente dalla Lunigiana – negli ultimi anni anche dai camion del marmo dopo i divieti di passaggio a Fosdinovo dei mezzi provenienti dai bacini carraresi e fivizzanesi del Sagro – sia da quello proveniente da Albiano, Ceparana e dalla Ripa, quando è chiusa. La Regione Liguria, da queste parti elettoralmente sensibile (l’assessore ai lavori pubblici Giampedrone è l’ex sindaco di Ameglia) ha recentemente modificato il piano del Parco fluviale di Montemarcello-Magra-Vara per dare il via all’iter che porterà alla costruzione di un nuovo ponte sul Magra, che congiungerà l’importante area industriale di Ceparana al casello autostradale santostefanese. Più di 13 i milioni di euro già stanziati dal Cipe ai tempi del governo Gentiloni. Un’opera che sgraverà Albiano Magra da molto traffico ma che non vede tutti d’accordo. Per alcuni (come dargli torto?) di fatto un tracciato analogo alla Ripa, quindi uno spreco di denaro pubblico, visti i lavori di messa in sicurezza in corso; per gli ambientalisti, l’ennesima deturpazione del fiume, votata in consiglio regionale da centrodestra e centrosinistra assieme; per molti santostefanesi, un’opera che non toglie dal borgo – in cui negli ultimi anni si sono verificati numerosi investimenti di pedoni – il traffico della Lunigiana e che lascia immutati i flussi di traffico nella parte sud del comune, quella dopo lo svincolo autostradale. Situazione complessa quindi, quella del nodo viario all’imbocco sud della Lunigiana; tra regioni e province che non pianificano assieme, fragilità ambientali e risorse economiche difficili da reperire, non rimane che mettersi in coda. O pagare pesanti pedaggi autostradali.
Davide Tondani