
Le previsioni sui numeri da qui al 2060: fare i conti con il futuro

La Chiesa evangelica (Ekd) e la Chiesa cattolica (Dbk) in Germania perderanno 20 milioni di fedeli nei prossimi 40 anni, circa 10 milioni ciascuna. È il dato di uno studio dell’università di Friburgo sui cambiamenti in termini di numero di fedeli e risorse economiche che le 20 Chiese luterane regionali e le 27 diocesi cattoliche vivranno da qui al 2060.
“Le Chiese vogliono utilizzare i risultati dello studio per adattarsi ai cambiamenti nel lungo periodo” ed è giusto “guardare alle questioni di domani vivendo una situazione positiva oggi”, hanno dichiarato il presidente del Consiglio della Ekd, Heinrich Bedford-Strohm, e il presidente della Conferenza episcopale tedesca, cardinale Reinhard Marx.
Dati del 2017 riferiscono che appartengono alle due Chiese 44,8 milioni di persone, di cui 23,3 cattolici e 21,5 milioni evangelici. Nel 2035 saranno 18,6 milioni i primi e 16,2 milioni i secondi. Nel 2060 ci saranno 12,2 milioni di cattolici e 10,5 milioni di evangelici (22,7 milioni in tutto).
Si tratta di una perdita complessiva del 49% (per i cattolici del 48%) della popolazione delle due Chiese, anche se i cristiani continueranno a essere nel 2060 la comunità di fede più grande in Germania.
Questo quasi-dimezzamento è legato al “comportamento rispetto al battesimo, alle uscite dalla Chiesa e alle nuove adesioni, oltre che a fattori demografici”, dice lo studio che si è basato sull’andamento di questi dati negli ultimi 5 anni.

Da qui al 2060, il numero di defunti cattolici ed evangelici supererà quello dei bimbi nati da genitori cattolici o evangelici e degli immigrati cattolici ed evangelici che arriveranno in Germania al punto da generare un calo demografico del 21%. A ciò va a sommarsi il fatto che non tutti i figli di genitori cattolici o evangelici vengono battezzati (avviene nel 77% dei casi) e che lasciano la Chiesa molte più persone di quante vi entrino (nel 2017 la Chiesa cattolica ha perso 167.504 fedeli e ne ha acquisiti meno di 10mila).
Tre fattori “interni” che genereranno un altro 28% del calo totale. Nei länder del sud il declino numerico sarà lievemente più mite rispetto ai länder occidentali, del nord e orientali (alcuni länder ex-Ddr passano dall’attuale popolazione di 3,2% all’1,5% di popolazione cattolica o evangelica nel 2060).
Quanto alle risorse, lo studio mostra un lieve calo delle entrate in termini nominali, (da 12,8 a 12 miliardi di euro), ma con il calo del potere d’acquisto del denaro (stimato al 51%), per portare avanti tutto ciò che fanno oggi, le entrate delle Chiese dovrebbero salire a circa 25 miliardi di euro.
“La proiezione 2060 descrive gli effetti di una tendenza identificata già anni fa dalla ricerca sociale. Non potremo cambiare alcune cose del declino nell’appartenenza alla Chiesa, ma altre sì”, secondo il presidente del Consiglio dell’Ekd Heinrich Bedford-Strohm. C’è “un cammino già avviato” affinché cresca la “forza irradiante” della Chiesa, forza che non è legata ai numeri: “i molti milioni di persone che lavorano nelle nostre comunità e istituzioni diaconali non per convenzione sociale, ma nella loro libertà, sono già i migliori ambasciatori per la Chiesa di domani”.
“Non andiamo nel panico a motivo delle proiezioni”, la reazione del card. Reinhard Marx; “orienteremo il nostro lavoro di conseguenza”. Lo studio è nato proprio dal “senso di responsabilità” e dalla volontà di Ekd e Dbk di adattarsi e orientarsi ai cambiamenti.
Per il card. Marx “nella Chiesa il punto è sempre la trasmissione del Vangelo, anche in circostanze mutate. Per me, lo studio è anche un richiamo alla missione”. Quanto al dato economico invece, per il direttore dello studio, Bernd Raffelhüschen, “la nostra analisi evidenzia che nei prossimi due decenni le Chiese avranno ancora risorse adeguate” che richiederanno di essere “trasformate” e “usate con saggezza” in vista di tempi peggiori.
Sarah Numico