Si è tenuta la terza Assemblea Consultiva della Riserva del Parco dell’Appennino

“Valorizzare il territorio e le sue comunità”, è lo slogan che spesso si sente pronunciare da politici ed amministratori locali, ma che rappresenta una generica proclamazione di intenti, senza una specificazione di contenuti e di azioni concrete. Non così si può dire dell’Assemblea Consultiva – la terza – della Riserva della Biosfera UNESCO dell’Appennino Tosco Emiliano, tenutasi a Fivizzano il 19 febbraio alla presenza di 21 dei 34 Sindaci dell’area MAB e dei rappresentanti di tutte le Istituzioni territoriali, dai GAL alle Camere di Commercio, ai Consorzi di bonifica, alle Unioni di Comuni,… più di 200 persone. Studiati “tavoli”, veri e proprio gruppi di lavoro, sono stati predisposti per affrontare singoli temi, collegati alle potenziali risorse del territorio: raccolta di funghi, farina di castagne, escursionismo e guide turistiche, foreste e cambiamenti climatici, miele, vie storiche,… argomenti discussi con gli operatori e le realtà socioeconomiche locali. Ne è uscita, anche a seguito della compilazione di appositi questionari, una fotografia fedele della Riserva della Biosfera, come percepita da coloro che vi vivono, lavorano, animano. Il confronto, insomma, è avvenuto su “ciò che c’è, su ciò che si sta facendo e su ciò che si deve fare”, è stato il commento del presidente del Parco dell’Appennino Tosco Emiliano e coordinatore della Riserva Fausto Giovannelli. Una particolare attenzione è stata rivolta ai privati, essendo stato concluso il percorso “I care Appennino”, “prendersi cura dell’Appennino”: consumatori e turisti saranno al centro di questo brand, ma ancor di più i residenti e le imprese. Già durante i lavori alcuni progetti, illustrati dai singoli esperti, sono stati beneficiati del brand. Tra questi il progetto Enel Green Power per il miglioramento del patrimonio forestale e il suo adattamento ai cambiamenti climatici e per le centrali idroelettriche; il progetto BPER Banca per il sostegno all’educazione ambientale nelle scuole; il progetto di una cooperativa di giovani che promuove il turismo sostenibile e di un’altra che cura un mercatino di prodotti di qualità a Reggio Emilia; quello di una associazione che sostiene le donne in terapia oncologica e quello per la messa in sicurezza del territorio. Ma il Piano d’azione ne prevede fino a 50 e più, rivolgendo una particolare attenzione ai lavori più umili, dal cui successo deriva la permanenza delle persone sul territorio, con le conseguenze della cura dell’ambiente, ma soprattutto del risveglio dello spirito di appartenenza, dell’orgoglio di sviluppare delle capacità che consentano di “prendere in mano” il proprio destino. L’obiettivo desiderato è la formazione del nuovo cittadino del territorio, modernamente appenninico. Andreino Fabiani