
53,2% per il neosegretario, 33,3% per Maurizio Martina e 13,5% per Roberto Giachetti. Meno netta la differenza in Lunigiana; in calo (quasi -30%) i votanti rispetto alle primarie 2017.

Anche la Provincia di Massa Carrara “incorona” Nicola Zingaretti come nuovo segretario del Partito Democratico. Il territorio apuano lo fa con percentuali più risicate rispetto ai dati nazionali (dove il neosegretario ha raggiunto circa il 70%), ma comunque il governatore del Lazio riesce a superare anche nel nostro comprensorio la simbolica quota del 50%, per la precisione 53,2% superando nettamente i suoi contendenti, Maurizio Martina fermo al 33,3% e Roberto Giachetti al 13,5%. A spingere verso l’alto questo dato è soprattutto la zona di Costa visto che la Lunigiana è stata decisamente più tiepida, sia pure consegnando poi a Zingaretti la maggioranza relativa con il 43,7%. A salire nella terra delle Stele è soprattutto Giachetti che ha uno scarto di quasi il 7% rispetto al computo provinciale (20,3%), mentre Martina migliora in Lunigiana ma in maniera più contenuta (35,5%). Tornando a Zingaretti, a spingere il neosegretario Pd oltre il 50% è stato soprattutto il voto a Carrara (con 1.105 voti, il massimo risultato numerico, pari al 68,5%) e a Montignoso (290, 64,4) mentre a Massa si è fermato appena sotto la soglia della metà dei voti arrivando al 48,7% (1.041 preferenze). Anche se poi il comune in cui Zingaretti è riuscito ad ottenere il massimo successo percentuale è lunigianese: Tresana per la precisione con il 76,2% dei voti con 64 preferenze.

Il neosegretario ha ottenuto la maggioranza dei voti in 12 comuni, Maurizio Martina in cinque e Roberto Giacchetti in un solo comune. Non meravigli il computo finale di 18, invece di 17 (il numero dei comuni della provincia), infatti c’è da segnalare un ex aequo, a Filattiera, dove Martina e Zingaretti hanno ottenuto entrambi 32 preferenze. Oltre ai comuni già segnalati, Zingaretti ha superato il 50% dei voti a Fosdinovo (68,2%), a Mulazzo (66,6%), Podenzana (61,4%), Zeri (57,9%) e Pontremoli (55,3%). A Licciana ha ottenuto la metà precisa dei voti e l’ha sfiorata ad Aulla (49,7%).

Per Martina gli exploit più significativi sono arrivati a Comano (72,7%), Villafranca (62,2%) e Bagnone (57,8%) mentre le debacle più cocenti sono arrivate a Tresana (15,4%), Fosdinovo (18,2%) e Carrara (21,8%).
Come detto Giachetti ha conquistato un solo comune ma si tratta di un municipio particolarmente significativo, ovvero Fivizzano, dove con 239 preferenze (46,5%) ha coperto oltre la metà dei voti raccolti in Lunigiana (437) e oltre un quarto di quelli ottenuti a livello provinciale (861). Quasi conseguentemente il comune mediceo è stato il seggio più doloroso per Zingaretti (19,4%), seguito poi da Comano (22,7%) e Villafranca (33,5%). Per Giachetti il risultato più negativo arriva da Mulazzo con un’unica preferenza che non vale neanche l’1% e a seguire Podenzana (3,5%) e Villafranca (4,3%).

Andando invece al numero dei votanti sono stati complessivamente 6.378 (voti validi 6.347 con 17 schede bianche e 14 nulle) con un netto calo rispetto alle primarie 2017 (-2.632 votanti, pari ad una diminuzione del 29,3%) quando 8.979 persone si recarono ai seggi per indicare, fra Matteo Renzi, Andrea Orlando e Michele Emiliano, il segretario del partito. E si è arrivati quasi a dimezzare il dato delle primarie 2013 quando 13.592 votanti si presentarono ai gazebo. Simbolo di un partito che in questi anni ha vissuto una fase difficile e che da questo voto prova a trovare lo slancio per ricostruire il proprio ruolo nel territorio e nella nazione. Se ci riuscirà, lo si vedrà presto ma, come si usa dire, questa è un’altra storia. (r.s.)