![Quanto interesse per Gordon Lett, amico dell’Italia! Quanto interesse per Gordon Lett, amico dell’Italia!](https://www.ilcorriereapuano.it/wp-content/uploads/2019/01/03presentazione_libro_Gordon_Lett1.jpg)
A Pontremoli in tanti hanno affollato le Stanze del Teatro per la presentazione del libro edito dall’ISRA sulla vita del maggiore inglese con le foto del suo archivio privato e un saggio storico scritto dal figlio Brian
![Il pubblico che a Pontremoli ha partecipato alla presentazione del libro “Gordon Lett. Amico dell’Italia”](https://www.ilcorriereapuano.it/wp-content/uploads/2019/01/03presentazione_libro_Gordon_Lett1-300x202.jpg)
Sono trascorsi 75 anni da quanto il maggiore Gordon Lett, fuggito dal campo di prigionia di Veano (PC) il 10 settembre 1943, arrivò a Rossano dove avrebbe costituito il Battaglione Internazionale per combattere a fianco delle formazioni partigiane contro i nazifascisti fino alla Liberazione. Eppure, a dispetto dei decenni trascorsi, la memoria dell’ufficiale inglese, l’interesse per la sua figura e i sentimenti di riconoscenza nei suoi confronti sono ancora vivi nella società locale.
Ne è stata prova la notevole partecipazione del pubblico alla presentazione del libro “Gordon Lett. Amico dell’Italia” che si è svolta a Pontremoli, nella Stanze del Teatro, sabato 5 gennaio. L’opera, pubblicata dall’Istituto Storico della Resistenza Apuana, propone un ricco repertorio fotografico con immagini in gran parte inedite provenienti dall’archivio privato di Gordon Lett e contiene un saggio storico nel quale il figlio Brian ripercorre la vita di quell’ufficiale nato a Papua Nuova Guinea.
Un percorso biografico che svela aspetti poco noti di una figura che siamo abituati a pensare unicamente impegnato sull’Appennino tra Toscana, Liguria ed Emilia Romagna nei venti mesi dell’occupazione e della guerra di Liberazione. Dai suoi primi impegni di giovane ufficiale prima in India poi in Africa fino alla cattura a Tobruk e la prigionia in diversi campi italiani. Con l’Armistizio ecco la fuga con l’irrealizzabile idea di tornare nelle fila dell’esercito britannico.
![L'avv. Brian Lett con mons. Silvano Lecchini durante la presentazione del libro "Gordon Lett. Amico dell'Italia"](https://www.ilcorriereapuano.it/wp-content/uploads/2019/01/03presentazione_libro_Gordon_Lett3-300x147.jpg)
Dopo la guerra l’impegno prima di governatore alleato in diverse realtà italiane poi i compiti di “intelligence”, infine l’impegno continuo per ricordare quanti lo avevano aiutato nei terribili momenti fra il 1943 e il 1945. A cominciare dagli abitanti delle valli di Zeri, quei rossanesi ai quali sarebbe restato legato per tutta la vita e ai quali, già nel 1946, aveva dedicato un monumento a Pradalinara.
Uomini e donne ai quali rimase vicino con frequenti viaggi dall’Inghilterra, almeno fino a quando la salute glielo aveva consentito. Sentimenti ricambiati e ancora vivi a distanza di così tanti anni come hanno testimoniato alcuni di loro, seduti in prima fila alla presentazione; tra loro anche quel Giovanni Tognarelli che non solo ha ben conosciuto Gordon Lett ma, con il padre Luigi, aiutò in vario modo i militari inglesi fuggiti dai campi di prigionia, rischiando la vita ogni volta che i tedeschi facevano visita alla sua casa con le armi in pugno alla ricerca dei nemici.
![Pontremoli, la presentazione del libro “Gordon Lett. Amico dell’Italia”](https://www.ilcorriereapuano.it/wp-content/uploads/2019/01/03presentazione_libro_Gordon_Lett2-300x200.jpg)
Un percorso di vicinanza continuato dal figlio Brian che trascorre lunghi periodi dell’anno tra Pontremoli e Chiesa di Rossano, ormai da tempo “adottato” dalla gente dei luoghi che hanno visto protagonista il padre. Nel saggio che accompagna il vasto repertorio fotografico trova uno spazio adeguato il rapporto tra Gordon Lett e il vescovo Sismondo che in quelle settimane era nato ed evoluto in fretta a stima reciproca fino a sincera amicizia.
E ancora oggi quello tra il militare di carriera e il vescovo di Pontremoli resta un binomio inscindibile nella memoria locale: a loro – non solo, ma soprattutto – si deve la mancata distruzione di Pontremoli già annunciata dai tedeschi in caso di attacco da parte dei partigiani ma anche quella che avrebbero provocato i nuovi bombardamenti già previsti dagli Alleati nelle ultime settimane di guerra.
E a quello stretto rapporto di collaborazione si è rifatto anche mons. Silvano Lecchini, a conclusione della presentazione del libro. Il sacerdote, testimone dei fatti di quegli anni quando era giovane studente in Seminario ha ricordato il rocambolesco viaggio di Sismondo a Rossano per incontrare Gordon Lett e svelato l’impegno della mamma, segreta staffetta tra il paese di Arzelato – dove viveva – e Pontremoli dove, in vescovado, consegnava i messaggi ricevuti dal proprio parroco che a sua volta li aveva avuti dagli emissari del maggiore.
Paolo Bissoli