È operativo dal 1978: la sua inaugurazione coincise con la riforma del Servizio Sanitario Nazionale. Era stato pensato per ospitare fino a 180 posti letto
Con opportuna coincidenza il 2018 è anno anniversario dei 40 anni della riforma del Servizio Sanitario Nazionale – riconosciuta anche nel messaggio di fine anno dal Capo dello Stato come una delle migliori al mondo, attuava la legge 833, firmata Tina Anselmi, una grande italiana ministro della Sanità – e, in sede locale, dell’inaugurazione il 15 luglio 1978 del primo e più importante lotto del nuovo Ospedale a Pontremoli. Allora c’era l’Unità Sanitaria Locale (USL) zona n.1 della Toscana che comprendeva i Comuni di Pontremoli, Zeri, Filattiera, Mulazzo, Bagnone e Villafranca con un bacino d’utenza di oltre 25mila abitanti.
Da tempo si verificava inadeguata la vecchia sede ricavata d’urgenza per un’epidemia di tifo nel 1818 nell’ex-convento dei Carmelitani Scalzi in Borgovecchio, con degenze in lunghe corsie e servizi igienici comuni e distaccati senza un minimo di riservatezza per il paziente, con una carenza di spazi per installazione di nuovi macchinari, che non era stata risolta neppure con la costruzione di un nuovo corpo sul lato sud. Con lungimiranza misero le premesse della nuova struttura e acquisto dell’area fabbricabile i Consigli di amministrazione presieduti da Mario Nadotti e Antonio Pelliccia.
La realizzazione fu avviata e portata avanti con impegno complesso e assiduo dalle due amministrazioni presiedute da Vasco Bianchi. Nel 1978 era pronto il lotto principale mentre continuavano i lavori previsti per il secondo e terzo. Il disegno e la direzione dei lavori sono dell’ing. Fausto Cerutti, tanti furono i suoi viaggi in Regione insieme al presidente Vasco Bianchi e all’impiegato Nino Nadotti per seguire con stretta attenzione le tante e difficili pratiche burocratiche.
Il nuovo ospedale si presenta come struttura moderna, funzionale all’assistenza medica nella prevenzione, cura e riabilitazione.
Sviluppato su sei piani è in grado di ospitare 180 posti letto e strutturato per accogliere nuove esigenze che la scienza medica fornisce per la diagnostica e le terapie. Le ditte appaltatrici furono 32, di esse ricordiamo quelle locali: di Pontremoli le imprese Poi Pietro e Giovanni, Magnavacca Michele, Ugo Armanetti, Marianelli Roberto, di Filattiera Angella e Tanzi con impiego di maestranze per circa sei anni. La dislocazione è organica: al piano terra servizi, radiologia, farmacia, pronto soccorso; al primo la sezione emotrasfusionale di cui fu salvaguardata l’indipendenza, uffici, gabinetto analisi, cappella; al secondo la sala operatoria, il reparto di rianimazione con allora primario il compianto dr. Mario Beltrami; al terzo chirurgia; al quarto ortopedia e pediatria; al quinto ostetricia e ginecologia e nido; al sesto medicina.
Purtroppo il calo demografico e le nuove norme della trasformazione in azienda degli ospedali, mirata anche al risparmio di spesa, hanno fatto sparire o accorpare alcuni reparti e servizi allora attivi, non ci sono più la maternità, l’ambulatorio diabetologico e quello per curare deformazioni della colonna vertebrale quali scoliosi e cifosi in età pediatrica; è rimasta l’emodialisi diurna, avviata con tanto impegno da Vasco Bianchi già malato e dal dr. Alfonso D’Arco; offre un servizio indispensabile e molto efficiente che salva la vita a tanti pazienti del nostro territorio,liberandoli anche dell’aggravio di penosi spostamenti in ospedali lontani.
La giornata inaugurale, salutata dalla banda cittadina, fu una bella festa con auguri e riflessioni di Nello Balestracci capogruppo DC in Regione, del sindaco geom. Marino Bertocchi a nome anche degli altri sindaci della Unità sanitaria, dell’assessore regionale alla Sanità Alessandro Vestri che tagliò il rituale nastro, la benedizione dei reparti fu del vescovo mons.Giuseppe Fenocchio (nella foto piccola). Inviarono la loro adesione il ministro della sanità Tina Anselmi, la presidente del Consiglio Regionale della Toscana Loretta Montemaggi, l’on. Moreno Bambi.
Il presidente del Consiglio di amministrazione ringraziò con forte sincerità tutto il personale ospedaliero medico, paramedico, amministrativo e tecnico e predispose il difficile trasferimento dal vecchio ospedale; fu un passaggio graduale subito iniziato con generosa disponibilità di tutti e completato entro l’estate. Fu raggiunto un obiettivo molto importante per le esigenze sanitarie di tutta la zona; a soli quarant’anni dall’evento non vogliamo perdere la speranza che continui ad esserlo, malgrado le perdite e i ridimensionamenti avvenuti o minacciati: sarebbe come aver costruito sulla sabbia.