
Aumenti superiori all’inflazione per le tariffe autostradali, fatto che si aggiunge alle difficoltà della viabilità per i lunigianesi per raggiungere le zone dello spezzino.

Puntuali a Capodanno sono arrivati i ritocchi alle tariffe dei servizi e delle concessioni pubbliche con un’amara sorpresa per la Lunigiana riguardante l’Autocamionale della Cisa. Nel ginepraio dei contratti di concessione che da ormai un ventennio regolano in maniera non sempre chiara la gestione privata delle autostrade italiane era intervenuto più volte, nei mesi successivi al crollo del ponte Morandi, il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli. L’ultima volta, a fine anno, quando annunciò il congelamento per 6 mesi dei ritocchi tariffari “sul 90% delle autostrade”. Tra queste non vi è l’A15, ricompresa tra le tratte per le quali dal primo giorno dell’anno sono scattati gli aumenti. Prezzi maggiorati dell’1,86% per il “Tronco Autocisa” di Salt, la società del Gruppo Sias (azionista di riferimento la famiglia Gavio) che gestisce anche il “Tronco Ligure-Toscano”, ossia l’A11 Genova-Rosignano, sulla quale però non sono scattati aumenti. Un aumento superiore in percentuale all’inflazione media del 2018, attestatasi in Italia all’1,1% e che contribuisce a consolidare la fama della Parma-Mare come autostrada tra le più care d’Italia.

A giustificare gli aumenti non sono solo le ingenti risorse richieste per la manutenzione di viadotti e gallerie di un tracciato folle, ma anche il contestatissimo progetto di prolungamento dell’Autocamionale dalla sua interconnessione con l’Autosole fino a Torrile, nella campagna parmense: 9 km di autostrada, cantieri in corso, che dovrebbero rappresentare il primo tratto della bretella che dovrebbe congiungere la A15 all’Autobrennero nei pressi di Verona, realizzando così il progetto Tirreno-Brennero. L’autorizzazione dell’opera da parte del Cipe, nel 2015, ha giustificato un piano pluriennale di aumento tariffario a copertura dell’investimento. Quindi, a pagare il tronco che porterà le auto nella campagna di Parma senza che il proseguimento dell’opera abbia una progettazione esecutiva né un finanziamento, saranno in larga parte gli utenti di Autocisa. Tra questi, gli automobilisti lunigianesi, che dal primo gennaio sostengono un costo tariffario di 4,90 euro da Pontremoli alla Spezia senza disporre di una reale alternativa viaria all’autostrada stessa.

La statale 62 è sempre più congestionata, tra mancati ammodernamenti in diversi punti critici, autovelox, crescita del pendolarismo e da ultimo, il senso unico alternato regolato da un semaforo nelle Lame di Stadano da 10 mesi: i lavori di consolidamento necessari a fermare l’erosione del Magra non sono stati nemmeno appaltati e le code che si creano negli orari di punta rendono la marcia esasperante. In assenza di percorsi di fondovalle alternativi, pagare il carissimo pedaggio autostradale è dunque scelta obbligata. La viabilità della Lunigiana è dunque sempre più in sofferenza: la rete delle strade provinciali è vittima del dissesto idrogeologico e dell’impoverimento economico e politico imposto dai governi della precedente legislatura alle Province, mentre sulle due statali – Cisa e Cerreto – che fanno da arterie della vallata, gli interventi dell’Anas si limitano da tempo all’ordinaria manutenzione. A livello locale manca una qualsiasi visione di lungo periodo per la viabilità di una vallata che sempre di più si regge sul pendolarismo verso l’area apuana e spezzina. Il silenzio calato su progetti strategici come il nodo viario di Aulla, la rotonda di Caprigliola o l’ammodernamento dei tratti più tortuosi delle due statali è sotto gli occhi di tutti. L’Autocamionale, infine, fa storia a sé, non essendo più previsto nel consiglio di amministrazione, a differenza di quanto avveniva in passato, nessun membro rappresentante degli enti del territorio. Se la politica è silente, la società si interroga invece sulla “rete”, dove qualcuno già da tempo ha proposto tariffe autostradali agevolate e abbonamenti a costi convenienti per i pendolari lunigianesi che per necessità percorrono l’A15 con regolarità. Esperienze analoghe non mancano: ciò che manca è la capacità delle istituzioni del territorio di recepire la proposta e portarla all’attenzione di Salt. (Davide Tondani)