Quasi 300 milioni di cristiani perseguitati nel mondo

L’allarme lanciato dal XIV Rapporto di Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs) sulla libertà religiosa

27Cristiani_perseguitati2Nel mondo quasi 300 milioni di cristiani – uno su sette – vivono in un Paese di persecuzione e continuano ad essere il gruppo religioso più sottoposto a violazioni di diritti umani, soprusi e violenze. È quanto emerge dalla XIV edizione del Rapporto sulla libertà religiosa di Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs), presentato questa settimana a Roma, all’ambasciata d’Italia presso la Santa Sede e, in contemporanea, nelle 23 sedi di Acs in tutto il mondo.
Nel periodo analizzato – da giugno 2016 a giugno 2018 – si riscontra un aumento delle violazioni della libertà religiosa in molti Stati: 38 i Paesi identificati come teatro di “gravi o estreme violazioni”. Tra questi, 21 vengono classificati come Paesi di persecuzione: Afghanistan, Arabia Saudita, Bangladesh, Birmania, Cina, Corea del Nord, Eritrea, India, Indonesia, Iraq, Libia, Niger, Nigeria, Pakistan, Palestina, Siria, Somalia, Sudan, Turkmenistan, Uzbekistan e Yemen. Gli altri 17 – Algeria, Azerbaigian, Bhutan, Brunei, Egitto, Federazione Russa, Iran, Kazakistan, Kirghizistan, Laos, Maldive, Mauritania, Qatar, Tagikistan, Turchia, Ucraina e Vietnam – sono catalogati come luoghi di discriminazione.
In Corea del Nord, Arabia Saudita, Nigeria, Afghanistan ed Eritrea la persecuzione “manifesta il suo volto più crudele”.
10cristiani_perseguitatiMolto preoccupante l’emergere di un ultra-nazionalismo che ritiene le minoranze confessionali una minaccia per lo Stato. In India, tra il 2016 e il 2017 gli attacchi anticristiani sono quasi raddoppiati, raggiungendo quota 736. La giustificazione: le minoranze sono “una minaccia per l’unità del Paese”.
In Corea del Nord, i gruppi di fede sono percepiti come una grave minaccia al “culto personale” della dinastia Kim. In Pakistan gli estremisti islamici si oppongono fermamente alle modifiche alla controversa legge sulla blasfemia.
Se in alcuni Paesi “sono diminuite le violazioni della libertà religiosa da parte di gruppi islamisti”, altri movimenti militanti islamici si sono affermati in Africa, Medio Oriente e Asia. Nel Niger è avvenuto il recente rapimento del missionario padre Pierluigi Maccalli. Il fondamentalismo islamista agisce anche in Indonesia, dove il 13 maggio 2018, attacchi a tre chiese a Surabaya hanno causato 13 vittime. In Bangladesh sono state uccise in un attacco 22 persone.
Drammatica la situazione in Palestina: negli ultimi sei anni i cristiani a Gaza sono diminuiti da circa 4.500 a 1.000. Una piaga che affligge la comunità cristiana egiziana è il rapimento e la conversione forzata all’Islam di adolescenti, ragazze e donne cristiane.
Il report di Acs evidenzia infine la “cortina di indifferenza” dietro la quale “le vulnerabili comunità di fede (non solo cristiane) continuano a soffrire”, ignorate “da un Occidente secolarizzato”.
La maggior parte dei governi occidentali non ha infatti fornito “l’assistenza necessaria” alle “comunità di sfollati che desiderano tornare a casa nelle rispettive nazioni dalle quali sono stati costretti a fuggire”. Il ritorno a Qaraqosh, nella Piana di Ninive in Iraq, di 25.650 cristiani (quasi il 50% degli abitanti precedenti) è stato principalmente realizzato da associazioni di beneficenza e organizzazioni della Chiesa, senza le quali “la comunità cristiana nella regione avrebbe seriamente rischiato di scomparire”.
Forte la denuncia di Acs: “I governi occidentali, a cui sono stati rivolti appelli e urgenti richieste d’aiuto, hanno deluso le aspettative di cristiani e yazidi, riconosciuti come vittime di genocidio”.

Agensir