I tre funerali di Giacomo Puccini

All’UniTre Pontremoli l’interessante lezione del viareggino Paolo Fornaciari. Morto a Bruxelles il 29 novembre 1924 trovò pace a Torre del Lago solo nel 1926: prima le esequie in Belgio e nel Duomo di Milano

Il corteo funebre a Torre del Lago per la traslazione dei resti di Puccini da Milano
Il corteo funebre a Torre del Lago per la traslazione dei resti di Puccini da Milano

Un bel gruppo dell’Unitre di Viareggio è tornato a visitare Pontremoli. Paolo Fornaciari direttore del Museo del Carnevale, attento studioso di storia versiliana ha tenuto una relazione per gli amici della nostra Unitre sui funerali di Giacomo Puccini; troppo alta e specialistica sarebbe stata ogni parola sulle sublimi creazioni musicali e le creature di sogno del maestro, ha fatto la cronaca poco conosciuta dei funerali.
Puccini morì a Bruxelles il 29 novembre 1924. Era da 25 giorni nella capitale belga per trattamento al radio del tumore all’epiglotide che non viene dal fumo, una delle sue passioni insieme a musica, donne e caccia. La notizia della morte fece subito il giro del mondo, annunciata in Senato di cui Puccini da pochi giorni era senatore a vita. Al Teatro Reale fu rappresentata Bohème, il vescovo celebrò il rito funebre e una folla enorme accompagnò la salma al treno per l’Italia.
A Milano il rito in Duomo fu solenne, gli addobbi furono quelli usati per il funerale del re Vittorio Emanuele II, alla presenza eccezionale del cardinale: era successo solo per Manzoni, suonava l’orchestra della Scala diretta da Arturo Toscanini, che interpretò in chiave mistica la marcia funebre da “Edgar”, cantava il coro del Duomo. Chiesa e piazza colme di figure istituzionali e comuni cittadini, bandiere e corone a non finire. Il corteo funebre fece sosta davanti alla Scala.

I funerali di Puccini a Bruxelles dove morì il 29 novembre 1924
I funerali di Puccini a Bruxelles dove morì il 29 novembre 1924

Pro tempore Puccini fu tumulato nella tomba di famiglia di Toscanini, poi due anni esatti dalla morte fu portato a Torre del Lago, denominata Puccini, per volontà del figlio Antonio che aveva fatto costruire una sobria cappella nella villa dove il padre amava stare, trovava ispirazione, ma che aveva dovuto lasciare e andare a Viareggio (che lo fece cittadino onorario e, caso unico, gli dedicò ancora vivo una via) perché sul lago gli scavatori della torba provocavano rumore e cattivo odore. Nella traslazione a Torre del Lago la bara fu portata dai confratelli della Misericordia nella chiesa di S. Giuseppe ornata con arredi usati per le esequie di Maria Luisa di Borbone.
Orchestrali di Lucca suonarono “Crisantemi”composizione giovanile di Puccini, “Canzone della nostalgia” dalla”Fanciulla del West” e la preghiera di “suor Angelica”. Era presente l’amico Pietro Mascagni in rappresentanza del governo, non la moglie Elvira perché malata. Anche qui una folla enorme , i cacciatori e i contadini del borgo che si erano quasi illusi che il ”sor Giacomo” non potesse morire. Un sodalizio di artisti si aggregò in nome di Puccini: sono i Bohèmiens di Torre del Lago con capofila Lorenzo Viani.

(m.l.s.)