
Serie prese di posizione sui ritardi della Regione nell’attuazione dei patti territoriali

Nel maggio scorso i sindaci lunigianesi sottoscrivevano un documento “a sostegno del potenziamento dei presidi ospedalieri di Pontremoli e Fivizzano”, che conteneva uno specifico riferimento “al servizio di emergenza–urgenza 118 e al trasporto assistito”. Per l’emergenza–urgenza, infatti, alla Regione Toscana e alle Istituzioni sanitarie veniva testualmente richiesto di “ridefinire il percorso dalla centrale operativa con le associazioni di volontariato; garantire la disponibilità dei medici; prevedere la presenza di auto mediche, ambulanze medicalizzate con medico ed infermiere a bordo, personale soccorritore certificato”. Per particolari realtà disagiate, inoltre, era sollecitato l’intervento di un’autovettura integrativa all’eliambulanza. Si entrava anche nel merito delle funzioni del 118 per il trattamento e la stabilizzazione del paziente e il suo trasferimento al Pronto Soccorso degli ospedali della Lunigiana. Una risposta positiva alla segnalazione di queste esigenze era legittimata dal Decreto Ministeriale n. 70 del 2015 sugli standard ospedalieri, che era stato propedeutico all’approvazione, da parte della Regione Toscana, dei patti territoriali finalizzati ai bisogni delle diverse realtà. Il documento, infine, metteva in grande rilievo il fatto che i sindaci e le amministrazioni comunali dovevano essere “attori diretti in ogni tipo di riorganizzazione”. Il Consiglio Comunale di Fivizzano, nella seduta dell’11 novembre 2017, approvava un ordine del giorno che evidenziava una serie di carenze che non consentivano la piena operatività dell’ospedale di Fivizzano. Concentrava, però, l’attenzione particolarmente sulla situazione del Polo riabilitativo “Don Gnocchi”, considerato sottoutilizzato rispetto alla disponibilità dei posti letto – solo 32 sui 60 previsti – e non in linea con le prestazioni previste dalla convenzione con la Regione Toscana, che pur concede significativi finanziamenti.

Questi due temi sono stati al centro della mozione presentata il 18 giugno scorso al Consiglio Comunale a firma di Massimiliano Plicanti, allora vicesindaco, Marco Dominici e Monica Ferrari, presidente del Consiglio. È la mozione che ha dato origine, se non ad una vera e propria crisi amministrativa, ad un pericoloso deterioramento dei rapporti all’interno della maggioranza e che procurerà sicuramente qualche problema alla stessa. Il documento conteneva precise proposte per il buon funzionamento del 118 e per la riabilitazione qualificata per il Don Gnocchi. A completare il quadro, da pochi giorni è intervenuta, giustamente, un’interpellanza del consigliere regionale Giacomo Bugliani al Consiglio Regionale Toscano. Se si considera che queste problematiche, per le quali si è molto battuta la Lista civica “Cambiamo adesso”, e che sono state e sono il cavallo di battaglia dei vari partiti e comitati per la sanità lunigianese, ma anche di singoli uomini politici, viene da chiedersi se siamo in presenza di gravi strumentalizzazioni, di fenomeni di ignoranza in materia sanitaria, di “grida” inventate o se i problemi toccati sono reali. C’è dentro, forse, un po’ di tutto, ma è indubbio che esistono e che tutti gli interventi di denuncia vanno nella medesima direzione. Lo stesso Bugliani evidenzia “il bisogno di un medico anestesista h24 per l’ospedale di Fivizzano, di operatori sanitari sulle ambulanze, del medico a bordo per i trasporti assistiti” e chiede alla Regione che vengano “messe in atto opportune iniziative” per risolverli. Visto in questa luce, anche l’intervento dei tre consiglieri fivizzanesi poteva essere considerato un sentito contributo alla soluzione di quei problemi e non un gioco delle parti? L’osservatore esterno non può che pensare che gli esponenti del PD abbiano “preferito” farsi del male, piuttosto che trovare i modi per marciare verso lo stesso obiettivo e, magari, raggiungerlo, nell’interesse generale. Andreino Fabiani