
Nella settimana francescana promossa dalle chiese di S. Francesco e S.Lorenzo Paolo Lapi, consolidato agiografo, ha esposto col sostegno di un power-point la presenza a Pontremoli di tradizioni e case francescane.
È credibile, anche se non ci sono fonti storiche, che S. Francesco vi sia passato, forse prima del 1219, anno in cui, stando alle Memorie storiche di Bernardino Campi, da Sarzana dove fondò un convento, proseguendo il viaggio di predicazione verso la Lombardia passò a Pontremoli, già ricco di fama fu accolto con affettuosa devozione e a spese pubbliche i pontremolesi “fabbricarono un convento del suo ordine con una cisterna nel piano di Verdeno, dove mandò poi egli i suoi frati ad abitare”.
Esiste una campana datata 1311che conferma l’esistenza di una comunità di Minori francescani, durata fino al 1782, con una piccola chiesa, che sarà ampliata e riconsacrata nel 1503; l’attuale chiesa di S. Francesco fu ristrutturata con gli stucchi, gli altari, il pronao entro il 1758 per impegno di fra Bernardino Armanetti di Ceretoli. San Francesco è stato sentito come patrono, protettore della città, gli Statuti documentano l’impegno del libero Comune a mantenere i frati, che si prestavano come mediatori di pace nelle costanti rivalità delle fazioni. Presenza e incontro ben testimoniati in una formella delle porte della chiesa di San Niccolò e anche in un nicchia del Campanone con statua del Santo di Assisi.
A Pontremoli dal 1577 al 2014 c’è stata un’altra comunità francescana, quella dei Cappuccini. Scrive il Campi che due padri cappuccini si fermarono per alcuni giorni “a cagione dei tempi cattivi [peste di S. Carlo], furono qui di tanta edificazione, stante il loro buon esempio e fervente predicazione, che dalla comunità furono pregati a fondare ivi un loro convento”.
Nel 1578 Bernardino di Modigliana e Onorio da Napoli predicarono la quaresima. Nel 1580 la Confraternita della Misericordia cedeva la sua chiesa con casa e orto fuori porta Fiorentina verso l’Annunziata per adibirlo a convento, che fu subito abitato, vi fu ospitato San Lorenzo da Brindisi, vicario della provincia cappuccina di Genova e da qui iniziò le sue visite ai conventi dell’Ordine.
La zona era acquitrinosa, fu deciso di costruire un convento nuovo sul colle sopra la chiesa di S. Cristina, terminato intorno al 1652, aveva 24 celle. I Cappuccini diffusero in città la pratica delle Quaranta ore; la chiesa fu intitolata a San Lorenzo martire e alla Vergine. Nel 1784 il convento fu unito alla provincia di Toscana per disposizione granducale. Soppresso con Napoleone, fu ripristinato da Ferdinando III di Lorena, nel 1853 passò alla provincia di Parma, di nuovo soppresso nel 1868, riaperto nel 1896 per interessamento del vescovo Mistrangelo, nel 1931 tornò a Parma fino al 21 settembre 2014, giorno della sua chiusura, con grande rammarico dei fedeli che frequentavano la chiesa col vivo culto della Madonna di Lourdes e si giovavano dell’attività educativa e pastorale de frati.
(m.l.s.)