Angela Merkel ha perso le elezioni del Bundestag: la sua Unione cristiano-democratica (Cdu), insieme alla bavarese Unione Cristiano-sociale (Csu), ha portato con sé solo il 33% dei voti. Cioè l’8% in meno rispetto alle ultime elezioni del 2013. Resta però vincitrice avendo di nuovo ricevuto un chiaro mandato di governo; la Cdu/Csu si è confermata come prima forza politica del Paese e nessun governo potrà essere formato senza o contro di essa. Tuttavia, Angela Merkel ha bisogno di partner che siano disposti a entrare in coalizione con lei per raggiungere la maggioranza assoluta in Parlamento in vista dell’elezione del cancelliere e della formazione del governo.
La “grande coalizione” con i socialdemocratici (Spd), è già stata esclusa a causa delle forti perdite elettorali della Spd. Con il 20,5% dei voti, la Socialdemocrazia ha ottenuto il peggior risultato elettorale della sua storia. Gli elettori non hanno premiato la riuscita partecipazione alla “grande coalizione”, in cui la Spd ha portato avanti le idee e i punti del proprio programma su tutte le questioni sociali e politiche. La “grande coalizione” ha, però, evitato di affrontare i temi caldi e le preoccupazioni della società. I piccoli partiti del resto non sono stati in grado di adempiere al ruolo di opposizione.
Nella prossima legislatura, invece, si prospetta una forte opposizione al governo da parte della Spd, guidata di Schulz. Per essa l’esito elettorale è visto come un mandato per guidare l’opposizione, anche per evitare che il ruolo di leader dell’opposizione ricada su Alternativa per la Germania (Afd), il partito di protesta populista di destra (13% dei voti) con forti elementi radicali. Come partner di coalizione per la Cdu restano solo i liberali (Fdp, 10,7%) e i Verdi (8,9% ).
I profili dei potenziali partner in un nuovo governo sono molto diversi. La Csu guarda a destra; in particolare vuole una politica più restrittiva sui rifugiati e sull’asilo per contrastare l’Afd. Il Fdp vuole più mercato e meno regolamentazione. I Verdi puntano ad avere più protezione ambientale e climatica, con le relative conseguenze per l’industria e i trasporti. La Cdu, grande partito popolare, che in sé integra molti gruppi con interessi e obiettivi diversi, riesce sempre a bilanciare esigenze anche contraddittorie.
La cancelliera è maestra della moderazione ed è sempre riuscita a trovare compromessi solidi. Questa volta è sostenuta dal fatto che una coalizione tra partner diversi non ha alternative. Al di fuori della Germania gli interrogativi non sono pochi.
Tuttavia, molti segnali dicono che la politica europea sarà portata avanti nel segno della continuità anche tenendo conto delle sfide che l’Europa si trova di fronte al suo interno e dei pericoli che la minacciano dall’esterno.