
A Fivizzano: seminario formativo residenziale per insegnanti e dirigenti scolastici

Con quella di quest’anno, incentrata sul tema “La melodia della Terra: prendersi cura, custodire, conservare”, sono dieci le edizioni dei seminari ben organizzati dal Parco Nazionale dell’Appennino Toscoemiliano, ai quali partecipano abitualmente docenti del parmense e delle scuole lunigianesi, chiamati a coniugare formazione su temi ambientali e didattica. Infatti, durante l’anno scolastico, in inverno o in primavera, alcuni insegnanti partecipano con le loro classi anche ai soggiorni in Appennino portando gli studenti a contatto con la natura e indicando loro nuove modalità di vivere l’ambiente, oltre a sviluppare significativi temi di educazione ambientale.

Per tornare al seminario – che ha avuto luogo l’8 e il 9 settembre – ci sentiamo di affermare, avendone seguiti anche altri, che questo del 2017 è risultato essere il più bello tra tutti. Anche il sindaco di Fivizzano, Paolo Grassi, è sembrato particolarmente contento di ospitare questo significativo evento, come ha più volte ribadito nel suo saluto ai partecipanti. Alla presenza anche dell’on. Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambientale, del quale sono noti la competenza e l’impegno nel settore, i partecipanti hanno ascoltato con interesse relatori di alta qualità. Come la prof.ssa Laura Boella, che ha declinato l’empatia, da tempo suo oggetto di studio, nel versante della natura, chiedendosi come possiamo viverla. Ha sottolineato che essa è una relazione di scambio con l’ambiente, un andare verso gli oggetti, compenetrandoli con la propria vita. Si tratta di passare da una posizione egocentrica a una ecocentrica, che prevede il lasciar essere la natura nella sua alterità, nella sua singolarità, evitando prevaricazioni e se mai imparando ad ascoltarla. Come si può trarre benessere fisico e mentale dal contatto con la natura? come si sviluppa una ecologia affettiva?
A partire da queste domande ha sviluppato la sua relazione il prof. Giuseppe Barbiero dell’Università della Val d’Aosta, presentando anche le proficue collaborazioni fra università e scuole: dai percorsi didattici in ambiente naturale alla nuova architettura per scuole a misura di bambino, com’ è avvenuto a La Trinitè di Gressonay. Il relatore si è rivolto alle maestre dicendo che se Trump è cresciuto così la colpa non è sua ma, se mai, della sua maestra, sottolineando in tal modo la grande responsabilità educativa degli insegnanti. Ci si è poi addentrati nelle ‘geografie sonore’ con il prof. Roberto Neulichedi che, spaziando dalle pietre sonore di Pinuccio Sciola a Marsiio Ficino, a Alfred Tomatis, per arrivare a John Dewey, ha parlato di unicità dell’esperienza naturale, di stupore e fascinazione, fino a definire la musica quale forma biologica, ecologica, egologica. Abbiamo fatto riferimento a questi tre relatori, come esempio della varietà delle tematiche affrontate, ma non meno interessanti sono stati gli interventi di Diego Fontana e di Eric Holmlund, così come le uscite alle Grotte di Equi e al Bioparco dei Frignoli.

Il merito di questo riuscitissimo seminario va a Natascia Zambonini, Chiara Torlai e Novella Notari, che hanno saputo organizzare le due giornate fivizzanesi in modo encomiabile sia per la scelta dei relatori, sia per le attività svolte sul territorio lunigianese. Un appuntamento ormai irrinunciabile per chi pensa che l’educazione ambientale, sviluppata a partire dal nostro territorio, sia un’attività non trascurabile per educare al rispetto e alla conservazione dell’ambiente e per rafforzare identità e senso di appartenenza a una bella terra.
Fabrizio Rosi