Nel 1695 la Madonna del Popolo fu incoronata d’oro, argento e gemme

Pontremoli. La cronaca in una Relazione da un fondo miscellaneo nella Biblioteca Cimati

Madonna_del_PopoloIn tante calamità la Madonna del Popolo era stata invocata dai pontremolesi.
Stando solo al sec. XVII lo fu nella peste del 1622 con voto di fare festa solenne il 2 luglio; nell’ancora più furibonda peste del 1630 fu fatto voto di ampliare il “picciolo tempio antico” di piazza e ridurlo in forma ampia e magnifica: Pontremoli rimase illesa; uguale protezione la Madonna diede nel 1656. La riconoscenza dei pontremolesi è testimoniata dalla devozione e dagli arredi, marmi, apparati. Nel 1695 di nuovo si scatenò un morbo crudele che si placò per grazia di Dio e di Maria.
Dame e signore “si spogliarono delle più ricche vesti e più preziose gioie per adornare la sacra statua” e un  benefattore donò “un prezioso e magnifico triregno fabbricato d’oro d’argento e gemme di non poco valore” e una piccola ricca corona per il Bambino. Questo si legge in una Relazione dei grandi festeggiamenti del 2 luglio 1695 per l’incoronazione.
I rettori delle parrocchie e il Maggior Consiglio disposero di spendere senza alcuna limitazione; le offerte furono abbondanti. La chiesa fu ornata con damaschi, ci furono diversi fuochi artificiali, vennero musici forestieri e per lo spazio quasi di un mese si fecero “le cose con insigne solennità” e per otto giorni prima ci fu un gran suonare di campane.
La sera della vigilia fu aperta la porta del tempio, accorsero molti del paese e forestieri, quasi seimila: appena entrati “resta ciascuno attonito per la pompa e magnificenza dell’apparato”.
Copriva la piazza una lunga tenda sostenuta da alte colonne coperte di verdura. Il vescovo di Brugnato inviò un sonetto composto per l’evento. Le pareti erano ricoperte di tappezzerie in seta con esposti bei quadri con cornici dorate, vasi di fiori, ornati gli archi delle cappelle, candelieri d’argento con cera di Venezia, ovunque erano appesi sonetti e madrigali in lode di Maria, ritratti del granduca toscano e famiglia, pendeva in mezzo alla cantoria un grande specchio in cui si rifletteva tutto il nobile apparato.
Sopra l’altar maggiore era posto un maestoso ornamento in mezzo al quale si vedeva la nicchia con bassorilievi in marmo e la statua della Madonna del Popolo; l’immagine della Vergine “vestita di tela d’argento con trine d’oro e tempestato di stelle, nella guisa di quella di Loreto”, la faccia di colore bruno come quella del Bambino.
Alla scoperta della statua tutto il popolo genuflesso, il clero in bianco, suono dell’organo, le campane a festa e il tuono dell’artiglieria. Il 2 luglio preghiere e messe, presenti le autorità e i soldati della guarnigione.  (m.l.s.)