“Che mondo sarà? Fa l’effetto del motore che non va…” cantava Lucio Dalla. E che il motore del mondo prosegua a strappi è sotto gli occhi di tutti nella vita quotidiana. Siamo sballottati tra una globalizzazione che travolge ogni assetto, una crisi economica da cui è difficile risalire e una innovazione informatica e digitale che sta incidendo in profondità sui nostri stili di vita.
Le famiglie risparmiano anche sui prodotti alimentari. Salgono gli acquisti online di cibo, e non solo, che permettono al consumatore, sempre connesso con smartphone e affini, la ricerca del prodotto preferito in un percorso visivo non certo emotivo e coinvolgente come avveniva quando si entrava nei negozi di qualsiasi genere, dove, dall’altra parte del bancone quasi sempre in legno, c’erano ad accoglierci il sorriso ed i consigli dei commercianti.
Nasceva, specialmente nei piccoli centri, un legame amicale tanto che ci si affidava in toto a loro. Particolarmente invitanti le drogherie, quasi scomparse e divenute reperti d’altri tempi, da cui uscivano stuzzicanti aromi che favorivano le scelte dei prodotti dispensati, con arte culinaria, nei piatti preparati dalle donne di casa secondo le ricette tramandate da una generazione all’altra. Anche per gli abiti da sposa, senza bisogno di sfilate di moda, si andava nei negozi storici dove già si erano vestite le mamme per quello che, almeno nelle intenzioni, doveva rimanere il giorno più atteso in quanto dava concretezza al sogno della vita di coppia.
I negozi al dettaglio sono diminuiti un po’ ovunque, ma in Lunigiana il loro calo è enorme con ulteriori perdite di posti di lavoro nonostante il proliferare dei centri commerciali che non sono, poi, così affollati alle casse! I produttori di marchi devono drizzare le antenne per comprendere le inclinazioni dei consumatori attraverso costanti ed innovativi sistemi di monitoraggio dei consumi.
È, infatti, la rivincita del cliente quella di non essere solo un soggetto eteroguidato dalla pubblicità, ma restare padrone delle proprie scelte. Comunque se basta un “clic”, seduti comodamente sul divano di casa, per fare arrivare la merce a domicilio in base alla disponibilità del portafoglio, è anche vero che abbiamo perso molto di quella umanità intrisa di elementi culturali e sociologici nella schiettezza del rapporto che univa, aldilà degli acquisti, commercianti e clienti.
Briciole di pacata nostalgia a conferma che anche il nuovo che avanza non è indenne da difetti.
(i.f.)