“Il treno della riconciliazione è partito  e sta viaggiando”

Intervista al vescovo Munib A. Younan della Federazione luterana mondiale

Ottobre 2016: il vescovo luterano Munib A. Younan firma con papa Francesco la dichiarazione comune a Lund
Ottobre 2016: il vescovo luterano Munib A. Younan firma con papa Francesco la dichiarazione comune a Lund

“Ciò che ci unisce è molto di più di ciò che ci divide. Il tempo della divisione è alle nostre spalle. Quello di oggi è il tempo della riconciliazione, ma soprattutto della testimonianza comune in un mondo che chiede alle Chiese di essere segni di unità e di pace”. Munib A. Younan, vescovo luterano per la Giordania e la Terra Santa, è presidente della Federazione luterana mondiale. Con papa Francesco sono stati co-protagonisti a Lund della “storica” commemorazione dei 500 anni della Riforma di Lutero.
È vincitore del 34° Premio Niwano per la pace. Così si legge nella motivazione del Premio: “In un mondo caratterizzato da leader che cercano di evidenziare differenze e contrasti, il vescovo Younan ha costantemente cercato di affermare il contrario”. Il vescovo svolge un lavoro molto importante anche in Terra Santa. Grande fautore del dialogo interreligioso, è convinto che la comunione tra le Confessioni religiose è parte integrante nella lotta per la pace.
Agensir lo ha intervistato a Firenze, dove il vescovo ha partecipato a un convegno su “Rileggere la Riforma”. Dopo Lund, si sono susseguiti, anche in Italia, momenti d’incontro e confronto sulla Riforma di Lutero.

Secondo lei possiamo già parlare di “memorie riconciliate”?
Quello che abbiamo vissuto a Lund è stato un momento storico di riconciliazione tra la Chiesa cattolica e la Chiesa luterana, che ha segnato una tappa molto importante nel movimento ecumenico. Il treno della riconciliazione è partito e sta viaggiando. Questo momento storico di riconciliazione deve essere ora incarnato. Sono particolarmente grato e felice di quanto, per esempio, sta avvenendo in Italia. Sono qui a Firenze per partecipare a un convegno sulla Riforma e abbiamo avuto una discussione franca, profonda, teologica sulle convergenze, ma anche sulle divergenze. Ma anche a Gerusalemme, con il vescovo Pizzaballa, abbiamo organizzato la stessa liturgia di Lund nella chiesa di santa Caterina a Betlemme. Questi incontri dimostrano che il tempo della divisione è finito, ora è il tempo della riconciliazione.

Chi è per lei papa Francesco?
Prima di tutto papa Francesco è per me un fratello in Cristo. Al ritorno da un campo rifugiati in Kenya, dove la Federazione luterana è impegnata per conto delle Nazioni Unite, papa Francesco in quell’occasione ci disse una frase importante per noi luterani: “Oggi è tempo di una martyria ecumenica”, è tempo di una testimonianza comune. Papa Francesco ha portato il pulpito sulle strade e ha fatto capire alle Chiese che il nostro doveva essere un servizio alle persone. Ci ha fatto capire che quello di cui la gente ha bisogno oggi è una Chiesa che si avvicina. Papa Francesco è un pastore per il mondo, un pastore per i credenti, un pastore soprattutto per chi si trova in difficoltà. Prego Dio che continui a dargli salute, saggezza, perché porti avanti questo importante lavoro pastorale che sta facendo nella Chiesa e per il mondo.

Lei ha un sogno?
Veramente ho molti sogni. Il primo è che cattolici e luterani continuino a lavorare sulla via della riconciliazione; che la Chiesa possa essere un segno vivente di unità e giustizia per il mondo. Il mio sogno è che palestinesi e israeliani possano vivere ciascuno nel proprio Stato in pace, in giustizia e nella riconciliazione. Il mio sogno è che la povertà sia sradicata dal mondo e che ogni essere umano possa vivere in dignità, rispettato nei diritti fondamentali. Il mio sogno è che i governi di questo mondo non siano egoisti ma guardino al bisogno dell’umanità, soprattutto se sofferente.

(M.C.B. – Agensir)