
La scultura lignea, del XIV secolo, si trovava in origine nell’antica Pieve di San Pietro
La Basilica Cattedrale di Massa custodisce un Crocifisso in legno, «miracoloso», da secoli oggetto di culto e di devozione, il quale, secondo la leggenda, «sarebbe stato trovato sotto le macerie di un’antica muraglia di Luni». Al momento della scoperta, nacque, però, una diatriba tra Pisa e Genova, poiché Luni dipendeva ecclesiasticamente da Pisa e politicamente da Genova ed entrambe le città ne reclamavano il diritto di proprietà. «Per dirimere la questione si venne ad un accordo: la croce sarebbe stata posta su un carro trainato da buoi senza il conducente e sarebbe stata affidata alla città a cui apparteneva il territorio in cui il carro si sarebbe fermato. Il carro partì con il prezioso carico e si fermò a Massa e a Massa rimase il Crocifisso».
Leggenda a parte, il dato certo è che la scultura lignea, risalente al XIV secolo, prima di essere trasferita nell’attuale chiesa si trovava nell’antica Pieve di San Pietro, sopra un altare «appositamente costruito». Demolita la pieve, nel 1807, per ordine di Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone, il Crocifisso fu traslato in San Francesco, «nel silenzio della notte», come annotano gli storici. Da documenti di archivio risulta che già nel XVI secolo si era diffuso il culto, soprattutto nel periodo Quaresimale. Così è scritto: «il dì 6 novembre 1598 si è stabilito che ogni venerdì [di Marzo] per devozione di detto crocifisso si faccia sermone in pulpito su tale devozione et questo sermone sia da essere fatto dalli preti di Massa». Ed è attestato che «in quel mese erano numerosi i pellegrinaggi non solo dai paesi della zona di Massa, ma anche da Carrara, dalla Lunigiana, dalla Garfagnana e dalla Versilia».
Il Crocifisso ha sempre vegliato sulla vita della città, soprattutto nei momenti più bui della storia.
Nel 1854, durante un’epidemia di colera, fu invocato affinché proteggesse la popolazione dal contagio e, con un voto, i cittadini promisero di vivere più intensamente la fede cristiana.
Anche nei mesi difficili del 1944, in piena guerra mondiale, ad alcune persone venne l’idea di chiedere la grazia della salvezza della città con un voto, che consisteva nel proposito di fare, a pace avvenuta, una solenne festa incoronando con diadema d’oro la detta miracolosa effigie. L’iniziativa si concretizzò nei mesi successivi. «Nelle attuali molteplici tribolazioni – scriveva l’arciprete Eligio Bertolucci – si lancia a tutti i singoli massesi, vicini e lontani, la proposta di rivolgersi all’infinita misericordia di Gesù Crocifisso, perché la nostra città vada esente dalle funeste distruzioni e devastazioni che già hanno colpito tante città sorelle. A questo fine ciascuno di noi, fin da questo momento, seriamente promette di vivere una vita più cristiana, professando tutta la dottrina che si impernia sulla Croce, praticando le virtù che dalla Croce prendono e precetto ed esempio e sicurezza di premio. Ciascuno di noi, poi, fa voto di concorrere, anche con sacrificio, a provvedere i mezzi necessari per l’acquisto di un “Diadema d’oro” con cui incoronare, a pace conclusa, la fronte dell’Immagine taumaturga del nostro SS. Crocifisso». E concludeva: «tale incoronazione, mentre sarà l’adempimento del nostro voto e il segno tangibile della nostra gratitudine, servirà a rendere a Gesù Crocifisso – nostro Dio e nostro Re – una testimonianza pubblica, sincera, solenne della nostra antica e perenne devozione».
La guerra non risparmiò la città di Massa. Tuttavia, i superstiti dei tragici avvenimenti, che si svolsero in questa zona dal 15 settembre 1944 al 10 aprile 1945, intesero esprimere la loro riconoscenza al Signore con l’offrire la corona promessa. E ciò avvenne domenica 16 marzo del 1947. «Tale giornata rimarrà impressa nella mente di tutti i massesi come una data memorabile». Così si esprimeva il settimanale diocesano «Vita Apuana», raccontando la cronaca di quel giorno. L’incoronazione fu preceduta da missioni popolari, predicate dai padri domenicani: tutta la città e le parrocchie parteciparono all’evento. Per rendere ancora più completa la celebrazione fu composto un «Inno» musicale per esaltare il «sacro legno» e che, ancora oggi, risuona durante le celebrazioni in onore del Crocifisso.
Purtroppo nel 1998 la «corona del voto» venne rubata: in meno di un anno, il 5 marzo del 1999, grazie alle donazioni di molti fedeli, ci fu una nuova, solenne, incoronazione, a dimostrazione che i massesi sono profondamente legati al loro Crocifisso.
Il primo vescovo della nuova diocesi di Massa Carrara – Pontremoli, mons. Bruno Tommasi stabilì che i «venerdì del crocifisso» fossero estesi a tutto il tempo della quaresima, accentuandone così la dimensione penitenziale. Il culto al «Sacro legno» che, nei secoli, ha accompagnato le vicissitudini della città di Massa, resta, pertanto, uno dei momenti forti della vita religiosa della chiesa diocesana.
Quest’anno sarà ancora più solenne ricorrendo il cinquantesimo dalla prima Incoronazione.
I Venerdì del Crocifisso
I”Venerdì del Crocifisso” si celebrano in Cattedrale a Massa durante il tempo della Quaresima e sono presieduti dal Vescovo. Alle ore 18.30 è prevista la celebrazione eucaristica “stazionale”, con il capitolo dei canonici, venerazione della sacra immagine e meditazioni sulla “Professione di Fede”. A queste celebrazioni partecipano, alternandosi ogni settimana, le parrocchie del vicariato.
Renato Bruschi