
Droghe, alcol e internet tra le cause predominanti
Sono ancora piuttosto allarmanti i dati che riguardano il consumo di droghe e alcol in età adolescenziale in Italia, nonostante le campagne di informazione sul territorio e gli interventi preventivi nelle scuole. Le statistiche dicono che in Europa siamo secondi, dietro la Francia, per consumo di cannabis tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 34 anni. Il 19% dei ragazzi italiani, quasi uno su cinque, ha fatto uso di cannabis nel corso degli ultimi dodici mesi.
L’Osservatorio europeo delle droghe (dati 2015) riferisce che nel nostro Paese il consumo di oppioidi sia ad alto rischio e anche quello di cocaina. In crescita anche l’offerta e il consumo delle droghe chimiche, come ecstasy e anfetamine. A fianco di questi dati, ne troviamo di analoghi sull’abuso di alcol. I recenti dati raccolti dall’Osservatorio Nazionale Adolescenza, su un campione di 8mila adolescenti su tutto il territorio nazionale, registrano che l’avvicinamento dei ragazzi all’alcol è davvero precoce. Nella fascia d’età compresa tra gli 11 e i 13 anni, il 36% dichiara di assumere bevande alcoliche e 1 su 10 si è già ubriacato almeno una volta. Questa percentuale sale notevolmente nei ragazzi più grandi: il 55% degli adolescenti dai 14 ai 19 anni beve alcolici con una certa regolarità e il 24% anche fino a stare male.
Oltre 3 adolescenti su 10 hanno partecipato a giochi a base di alcol e spesso questo genere di giochi finisce in coma etilico. Ma il fenomeno delle dipendenze si declina oggi anche nell’ambito delle tecnologie, per esempio, si parla di dipendenza da internet sotto molteplici forme: sono patologie nuove e non colpiscono soltanto i giovani; trovano definizioni recenti attraverso gli studi dei centri che si prendono in carico coloro che ne sono affetti. Nelle scuole si pensa soprattutto alla prevenzione.
Certo è difficile minare il fascino che tali forme di “sballo” esercitano sui teenager, soprattutto mettere in cortocircuito la portata trasgressiva o la falsa gratificazione a cui portano certe pratiche. Si comincia a pensare ad ampi progetti forieri di un complessivo “benessere” dell’individuo. La radice da estirpare è il disagio sociale e familiare che intossica la comune predisposizione allo stare bene e alla felicità degli individui. Sebbene le cause che conducono alle dipendenze risultino molteplici (come pure le stesse tipologie di dipendenze), gli studi evidenziano all’unisono l’importanza della formazione emotiva e affettiva dei nostri ragazzi. Si parla sempre più diffusamente di “competenza emotiva”.
Ancora una volta, la radice del problema è a monte e richiede la riparazione di un danno educativo di base. La competenza emotiva e la consapevolezza di sé sono obiettivi di natura sociale e chiedono il confronto con gli altri e la guida di adulti dialoganti e preparati.