Il linguaggio di Kissinger

Fivizzano. L’ultimo lavoro di Amedeo Benedetti, scomparso nella primavera scorsa.
Il testo si occupa del linguaggio di Henry Kissinger, l’ex Segretario di Stato Americano, unanimente riconosciuto politico raffinato, oggi novantaquattrenne.
“Uno dei modi che abbiamo di capire le persone è quello di analizzare il loro modo di scrivere, il loro linguaggio… Siamo, in altre parole, quello che scriviamo… La scelta degli stilemi, dei vocaboli preferenziali, delle figure retoriche, l’andamento del periodo, certo insieme ai concetti e alle considerazioni, rispecchiano, infatti, le caratteristiche di una persona, il suo retroterra culturale, la sua professione, aspetti del suo carattere, il suo pensiero…”. 43henry_kissinger
Partendo da queste premesse, il prof. Amedeo Benedetti ha analizzato il linguaggio di grandi personaggi del nostro tempo, per capirne le modalità di comunicazione e le tecniche di persuasione, per “scandagliare” i contenuti maggiormente significativi dei loro discorsi o dei loro scritti. Ha ricavato, così, una specie di summa del loro messaggio politico, religioso, scientifico, che ha dato vita alle opere “Il linguaggio delle nuove Brigate Rosse” del 2002, “Il linguaggio di Benedetto XVI” del 2012, “Il linguaggio di Papa Francesco” del 2015, e a saggi sul gergo bancario e medico. Sono questi solo alcuni titoli della vastissima e varia produzione scritta di Benedetti, che in questi ultimi anni “ha sottratto dall’oblio illustri fivizzanesi, lo storico della letteratura Adolfo Bartoli, la poetessa e patriota Amelia Sarteschi Calani, il fotografo Giovanni Gargiolli, lo scultore Umberto Bassignani”.
E si potrebbe continuare, ricordando, ad esempio, “Gli archivi sonori”, una monumentale guida per chi desidera “rintracciare” raccolte di dischi, nastri, CD, spartiti e partiture…
Insomma, un grande studioso e uomo di poliedrica cultura che, purtroppo, non ha potuto assistere all’uscita, a maggio, di questo suo ultimo libro essendo deceduto il 18 aprile dell’anno in corso (era nato a Fivizzano il 22 settembre del 1954). Il testo si occupa del linguaggio dell’ex Segretario di Stato Americano, ma anche raffinato politico, attraverso una puntigliosa analisi degli “esempi linguistici ricavati dalla gran massa dei suoi scritti e dei suoi discorsi”, che gli hanno consentito di constatare la sua padronanza delle tecniche retoriche proclamate da grandi figure dell’antichità greca e romana – Aristotele, Cicerone, San Tommaso… – o di epoca più recente – Napoleone, Cavour, Hitler, Churchill… – frasi di media lunghezza, quando non lapidarie, per dare enfasi (“Fu un totale fallimento”; “Il Vietnam era entrato nel campo sovietico”); la suddivisione dei concetti in due alternative ( “Re Hussein di Giordania, spinto dalla disperazione, si decideva ad attaccare i fedain, oppure i fedain avrebbero finito per spodestarlo”); l’uso delle similitudini (“Dire ad un siriano di non contrattare è come dire a un pesce di non nuotare”) e molte altre.
Anche le tecniche di comunicazione politica si presterebbero ad un florilegio di esempi del suo pragmatismo, delle acute notazioni psicologiche, dei ritratti di famosi personaggi, dei concetti dell’arte diplomatica, di aspetti del manuale dell’accortezza ( una citazione: “Poche campagne diplomatiche dimostrano più chiaramente che la politica è misura e che la sua saggezza dipende dal collegamento fra un’iniziativa e l’altra, non dalla maestria delle singole mosse”). E, infine, gli aforismi, disseminati abbondantemente nei testi di Kissinger e di rara efficacia, imprevedibili, adatti a suscitare riflessioni, sconcerto, ma anche divertimento. Sono sempre, però, un commento di realtà. Eccone alcuni: “Di fronte alle grandi occasioni, i pavidi sono più facilmente indotti a tremare che ad osare”. “I grandi uomini sono talmente rari che occorre qualche tempo per abituarvisi”. “In diplomazia raramente le astuzie eccessive rendono”. “Il mercato crea necessariamente un gruppo di scontenti”. Dal libro, ricchissimo di citazioni, come è sempre stato nello stile del prof. Benedetti, emerge la figura di un Kissinger grande statista e di un maestro della politica. Dedicato a Francesco Leonardi , “compagno di tante battaglie per la diffusione della cultura lunigianese”, potrebbe essere un utile strumento di formazione per quanti sono impegnati in politica , ad ogni livello. È stato l’ultimo dono di Amedeo Benedetti alla cultura italiana, e, insieme ai numerosissimi altri, contribuirà sicuramente a mantenere sempre vivo il suo ricordo , e non solo nella comunità fivizzanese.

Andreino Fabiani