
Strano che un webtalent, conduttore radiofonico, autore, sceneggiatore, regista abituato quindi a “cibarsi” di tutto ciò che fa parte del mondo multimediale, con gli ultimi sistemi di rapida comunicazione, abbia sentito il desiderio di scrivere “Si stava meglio”.
Un libro che mette nero su bianco lo snodarsi delle vicende vissute dalle generazioni che ci hanno preceduto. Il giovane 29enne romano, esperto nel navigare nel vasto mare di Internet, indaga, con linguaggio chiaro e affascinante, sul tema della memoria, l’unica cosa che ci permette di essere chi siamo, mediante il confronto intergenerazionale. Fil rouge e protagonista del romanzo, dove non mancano domande inerenti allo stress di oggi, al sesso, alla rapida fine dei legami…, è nonna Lea. Donna semplice, ma ricca di equilibrio e di saggezza, molto abile fra le pentole della cucina.
L’autore ci tiene a sottolineare che le storie sono importanti per come vengono raccontate per chi, narrando sa trasformare i ricordi in emozioni capaci di scaldare il cuore. Spesso, oggi, deleghiamo i ricordi a supporti esterni, compagni inseparabili della nostra quotidianità, come tablet, computer, smartphone… Senza accorgercene stiamo divenendo “un’unica persona virtuale” dimenticando che il ricordare è un grande atto di consapevolezza.
Memoria e futuro sono un binomio inscindibile. Non può esistere il futuro senza il passato, senza le radici. Tuttavia occorre evitare che la memoria si trasformi in passiva nostalgia del “bel tempo che fu” generando atteggiamenti che condurrebbero alla paralisi ed all’immobilismo progettuale. Secondo l’autore “Si stava meglio” quando ci mettiamo in discussione, quando recuperiamo il dialogo, il confronto, lo scontro costruttivo con le persone, indipendentemente dall’età anagrafica.
Ci siamo ritrovati catapultati un una imponente rivoluzione tecnologica senza la giusta preparazione, o la patente, come la definisce Di Biagio, per cui, sovente, i social, strumenti importanti se usati con intelligenza, diventano condivisione “vuota” anzi talvolta pericolosa. Le generazioni, seppur lontane, sono accomunate dall’istinto della sopravvivenza e dal desiderio, per fortuna, di migliorare le condizioni di vita. Sullo sfondo nonna Lea, con le sue fragilità e le sue intime ricchezze; con i suoi modi antichi permeati di modernità e di freschezza. Poiché chi ama non invecchia…
Il libro, che potrebbe diventare un film, è edito da Rai Eri.
Ivana Fornesi