
Non si affievolisce il ricordo dei cinque civili fucilati il 3 luglio 1944
L’eccidio di Ponticello del 3 luglio 1944 può essere ricondotto ad una tragedia avvenuta per il capriccio di un gruppuscolo di soldati tedeschi che reagirono all’uccisione di un loro commilitone o, anche, ad una rappresaglia limitata e circoscritta caduta su cinque uomini innocenti che si trovarono nel posto sbagliato nel momento peggiore? La domanda è legittima, soprattutto ad ascoltare versioni dei fatti che ancora vengono periodicamente proposte ma sulle quali, ad oggi, non esistono né prove né testimonianze. Quello che è certo è che la barbara uccisione dei 5 uomini fucilati ad uno ad uno in quella mattina di 73 anni fa sul sagrato della chiesa va inserita nella vasta operazione di rastrellamento messa in atto dai tedeschi nei due versanti dell’Appennino, su un fronte vastissimo: tra il passo del Brattello e quello del Cerreto, con l’impiego di oltre 5.000 uomini. Una settimana di terrore, iniziata il 30 giugno, che aveva messo nel mirino proprio i civili, poco importava che fossero o meno “colpevoli” di aiutare i partigiani. Come spiegare, altrimenti, l’uccisione a sangue freddo di don Lino Baldini, parroco di Camporaghena o della mamma di don Pietro Necchi, incappata in una pattuglia tedesca appena fuori del paese di Pieve di Bagnone; o ancora del campanaro di Gabbiana o dei tre agricoltori uccisi dai fascisti della X Mas al passo della Cisa mentre si recavano ad una fiera a Berceto. O degli uomini incontrati nei campi di Mochignano e falciati dalle raffiche di mitra ancora con gli attrezzi da lavoro in mano, senza dimenticare il bambino di 11 anni freddato nei pascoli sopra Comano mentre era intento a sorvegliare il bestiame? Un rastrellamento che era stato preparato con cura, al punto di arrestare molti parroci della zone e deportarli per tre settimane in provincia di Reggio Emilia per allontanarli dalle loro comunità così che la popolazione fosse totalmente in balìa della violenza nazifascista. Di questo – ma non solo – si è parlato la sera di lunedì 3 luglio a Ponticello nella cerimonia che da molti anni ormai il Comune di Filattiera organizza per ricordare Leopoldo Mori (58 anni), Enrico (37) e Francesco (42) Angella, Giovanni (33) e Vincenzo (39) Sardella. E quanto sia ancora vivo nella comunità locale il ricordo – diretto o tramandato – lo hanno dimostrato i tanti presenti comprese associazioni d’arma e la delegazione della Misericordia della SS. Annunziata, borgo di origine delle cinque vittime. Dopo la S. Messa, celebrata dal parroco don Lucio Filippi, la sindaca di Annalisa Folloni ha deposto una corona d’alloro alla lapide che ricorda l’eccidio e aperto la manifestazione culminata nella premiazione dei tre vincitori della 15.ma edizione della borsa di studio “I giorni della memoria” riservata agli alunni dell’ultimo anno delle Medie di Filattiera. La loro è stata una partecipazione attenta e consapevole; alla fine la commissione ha scelto i tre componimenti ai quali sono stati attributi i premi consegnati ai giovani autori (nell’ordine: Mattia Conti, Elisa Pagani e Mattia Moscatelli) dai parenti delle vittime. La serata è stata anche occasione per la consegna di una copia della Costituzione della Repubblica Italiana agli undici neodiciottenni residenti nel territorio comunale. Da sottolineare l’accoglienza riservata ai tanti presenti dall’Associazione “Estate a Ponticello” che assieme al Comune di Filattiera ha curato l’organizzazione dell’evento promosso in collaborazione con l’Istituto Storico della Resistenza Apuana, l’ANPI, la “Manfredo Giuliani” e con la presenza della Banda Musicale di Filattiera.