
Con il suo sacrificio il vicebrigadiere dei Carabinieri salvò 22 persone dalla fucilazione il 23 settembre 1943. Da poche settimane è Venerabile

Al giovane Salvo D’Acquisto sono dedicate nel nostro territorio diocesano ben due strutture: il centro soclastico sportivo di Querca ad Aulla e la scuola primaria di Cervara a Massa. Lunedì 24 febbraio il Santo Padre Francesco, ricevendo nel Policlinico Gemelli dove era ricoverato il card. Pietro Pietro Parolin, Segretario di Stato, e mons. Edgar Peña Parra, Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato, ha autorizzato il Dicastero per le Cause dei Santi a promulgare il decreto sull’offerta della vita, dichiarandolo quindi Venerabile.
Salvo D’Acquisto era nato a Napoli il 15 ottobre 1920. Di carattere mite e silenzioso, era attaccatissimo ai suoi familiari; amava la disciplina e il lavoro. Maturò la sua personalità in scuole religiose e nel 1939 entrò nell’Arma dei Carabinieri, segnalandosi per fedeltà al dovere, dedizione al prossimo e amore alla Patria. Il 23 settembre 1943, mentre era vicecomandante della stazione dell’Arma di Palidoro, non lontano da Fiumicino, si offrì per salvare la vita a 22 ostaggi che stavano per essere fucilati e prese il loro posto davanti al plotone d’esecuzione; aveva 22 anni. I suoi resti mortali riposano dal 1986 nella prima cappella a sinistra della basilica di Santa Chiara a Napoli.
La sua causa di beatificazione era stata avviata per l’accertamento dell’eroicità delle sue virtù, svolgendosi presso l’Ordinariato Militare d’Italia, con un supplemento d’inchiesta nella diocesi di Napoli, dal 1983 al 1991.
Una nuova indagine si rese necessaria nel 1999 per indagare la possibilità di un martirio “per testimonium caritatis heroicis” (“in base all’eroica testimonianza della carità”), arrivando però a un voto sospensivo. Dopo il motu proprio “Maiorem hac dilectionem” del 2017, si aprì la possibilità di studiare la sua causa per verificare l’offerta della vita: il cambio d’indirizzo fu ufficializzato il 12 febbraio 2022.
Questa nuova pista di santità offerta da Papa Francesco ha dunque permesso a Salvo di procedere verso la gloria degli altari.
Il gesto da lui compiuto non fu motivato da un semplice atto di solidarietà civica e di filantropia laica, ma si iscrisse in uno stile di vita consapevolmente e coerentemente cristiano.
Fin da giovane, infatti, egli aveva manifestato una particolare sensibilità per i bisogni e le necessità del prossimo. Nei momenti di difficoltà legati al suo servizio in zone di guerra, comunicò sempre ai commilitoni e ai subalterni la speranza nell’aiuto di Dio.
Con la sua decisione, libera e volontaria, presa in piena consapevolezza, egli compì un gesto profondamente evangelico. La sua eroica condotta conferma le motivazioni profonde di quella oblatio vitae effettuata coscientemente.
Con la sua scelta, Salvo D’Acquisto compì dunque un atto oblativo di carità con la contezza di poter essere a breve ucciso. La sua morte avvenne, quindi, come conseguenza diretta dell’oblatio vitae.
Si può considerare debitamente provata l’offerta della vita, libera, volontaria, propter caritatem. Sarà ora necessario il riconoscimento di un presunto miracolo attribuito alla sua intercessione per poter procedere alla beatificaizone.
Don Fabio Arduino