
Debito, difesa, dazi. Le ricadute economiche e politiche delle politiche di Trump si intrecciano con il futuro dell’Europa e con le scelte che il Vecchio continente è chiamato a prendere. Ad Aulla la conferenza dell’analista economico Carlo Benetti

Una conferenza organizzata in un luogo conosciuto soprattutto come ostello non poteva non fare riferimento nel suo titolo all’esercizio del camminare. In questo caso del camminare sui sentieri non semplici ma affascinanti della poltica e dell’economia. “Viandanti nella nebbia: le linee di faglia dell’economia” è stato quindi il titolo della partecipata serata, tenutasi lo scorso 4 aprile presso la sala conferenze del Museo di San Caprasio in Aulla, promossa dalla Associazione Amici di San Caprasio, assieme all’associazione culturale Apuamater e con il patrocinio del Comune di Aulla.
A guidare un pubblico folto e interessato è stato il dottor Carlo Benetti, aullese “doc”, laureato in Scienze Economiche presso l’Università di Siena, attivo dal 1993 nella gestione di portafogli istituzionali, e da oltre 20 anni inserito nel gruppo finanziario GAM, in cui si occupa di analisi dei mercati finanziari.
Gli appassionati lo seguono nella newsletter settimanale “L’Alpha e il Beta” nella quale commenta l’andamento dei mercati finanziari e della situazione economica, e molti lo avranno visto o sentito durante le sue collaborazioni con le redazioni di Rai, Sky, e Radio24.
“Le linee di faglia che compromettono l’economia – L’ordine economico partendo da Yalta per arrivare a debito pubblico, inflazione, difesa, dazi, criptovalute”: questo il sottotitolo che annunciava l’evento aullese.
Ma, complici i recenti eventi internazionali, su tutti i dazi appena introdotti dall’amministrazione Trump, Benetti ha dovuto correggere la traiettoria della sua conferenza, mettendo un poco da parte il respiro storico e l’intento di ricostruire il ruolo che le dinamiche economiche hanno avuto nelle fasi cruciali della storia.
Tuttavia, nel corso dell’incontro c’è stato ugualmente spazio per ripercorrere i grandi cambiamenti che hanno portato a nuove fasi dell’economia mondiale, cambiando gli equilibri e le storie nazionali. Del resto capire come il mondo ha reagito a importanti crisi globali è fondamentale per comprendere ed immaginare la strada che l’umanità ha di fronte oggi. I dazi appaiono come un elemento che determina un punto di svolta nella storia, non solo economica, del mondo contemporaneo.
Interessanti sono state le analisi sulle motivazioni, non sempre riportate dai mass media, sulle possibili cause che hanno spinto l’amministrazione americana a fare questo tipo di scelte. Lasciano interdette però le modalità con cui tali scelte si attuano: ad esempio è stato interessante capire dalle parole di Benetti, come una delle finalità dei dazi sia senza dubbio quella di ridurre la pressione di un debito pubblico americano sul quale tutti scommettono da sempre con fiducia, ma che evidentemente appare sempre più problematico per gli investitori interni.
La scelta di Trump è quindi indirizzata a ridurre il debito pubblico americano, ma le ricadute conseguenti si delineano preoccupanti, soprattutto per l’Europa, perché le statistiche macroeconomiche mostrano un evidente vantaggio degli Stati Uniti. Solo una Unione Europea che faccia davvero sistema può provare a tenere “testa” alle difficili sfide in arrivo. La conferenza, interessante e piacevolmente condotta, ha infine dato spazio a molte domande da parte dei presenti: il ruolo dell’Europa e le politiche di difesa sono stati due dei temi più ricorrenti negli interventi del pubblico.
Un aspetto cruciale di questa situazione è la capacità di reagire da parte dei paesi europei con un approccio pragmatico, capace di garantire equità e di stemperare le tensioni sociali, evitando corse agli armamenti folli e abbandonando il cinismo nell’agire istituzionale.
La tentazione di un isolamento economico, al contrario, non potrà essere una soluzione efficace. Il modo con cui i paesi dell’Unione Europea affronteranno i problemi e le sfide poste dall’attuale situazione mondiale determineranno il ritratto dell’Europa di domani.
Da questo punto di vista, chiudendo la sua presentazione, Benetti ha ricordato che, citando uno dei padri fondatori dell’Unione, Jean Monnet, “L’Europa sarà forgiata sulle crisi e sarà la somma delle soluzioni adottate per quelle crisi”.
(Achille Fiorentini)